Città del Vaticano , lunedì, 7. novembre, 2022 18:00 (ACI Stampa).
Oggi pensiamo di vivere in una società delle immagini, che si esprime attraverso il cinema, la televisione, i social media, fino ai selfie che scattiamo in continuazione con i telefoni cellulari, come se questa fosse una novità rispetto al passato. In realtà, le immagini hanno sempre rivestito un ruolo molto importante, in particolare dal momento in cui è stato possibile riprodurle in serie attraverso il procedimento della stampa. Si passa così da opere uniche e fragili, dipinti e sculture, a fogli che possono essere prodotti in grandi quantità, a costi ridotti e facilmente trasportabili ovunque.
Da una matrice, lastra di metallo o legno incisa con un disegno e inchiostrata, si possono stampare centinaia di fogli di carta. Il procedimento dell’incisione in cavo su matrici metalliche si chiama “calcografia”, termine che per estensione indica anche la raccolta di matrici incise. L’opera di un artista trova nella stampa uno straordinario potenziale di diffusione, con rilevanti ricadute, anche commerciali. In tal senso, le immagini stampate sono uno strumento di comunicazione di massa, opere d’arte non riservate esclusivamente ad una élite culturale e di censo.
Deve aver pensato proprio a queste potenzialità papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini (fig. 1), colto e illuminato mecenate di artisti ed intellettuali, proprietario di una ricchissima biblioteca, all’epoca la più copiosa dell’Urbe. Egli, infatti, nel 1738 blocca la vendita del ricco fondo di matrici incise della celebre Stamperia De Rossi a piazza Navona, e le acquisisce salvandole dalla dispersione all’estero. Nasce così la Calcografia Camerale, istituto dipendente dal Tesorierato per produrre e commercializzare le immagini a stampa, una vera e propria “fabbrica delle immagini” al servizio del Papato.
Il Chirografo di fondazione della Calcografia romana spiega le finalità del nuovo istituto: "perché restino conservate le opere più segnalate degli antichi artefici, incise specialmente in rami, quali tanto conferiscono a promuovere la magnificenza e splendore di Roma appresso le Nazioni straniere, come pure l’avanzamento della gioventù studiosa dell’arti liberali".
Da queste parole, accanto alla finalità di propaganda politica emerge quella didattica, di promozione della conoscenza dell’arte attraverso la diffusione di modelli sui quali i giovani artisti possano misurarsi e migliorare le proprie capacità.