Città del Vaticano , lunedì, 7. novembre, 2022 12:25 (ACI Stampa).
Incontrando Papa Francesco dopo otto mesi passati a fianco della popolazione sotto attacco, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha portato un dono simbolico e sostanziale: il frammento di una mina russa che ha distrutto la facciata dell’edificio della chiesa greco cattolica nella città di Irpin’, vicino Kyiv, nel mese di marzo.
Irpin’ è infatti una delle prime “città martiri” colpite dall’aggressione russa all’Ucraina, ma il punto è che simili pezzi di mina si estraggono dai corpi di militari, civili e bambini ucraini, segno visibile della distruzione e della morte che ogni giorno porta la guerra”.
Un dono che certamente Papa Francesco avrà apprezzato, dato che proprio ieri, tornando dal viaggio in Bahrein, in conferenza stampa ha spiegato che parla di Ucraina “martoriata” perché colpito dalle violenze.
L’arcivescovo maggiore ha spiegato al Papa – riporta un comunicato – che la guerra in Ucraina è una guerra coloniale e le proposte di pace che vengono dalla Russia sono proposte di pacificazione coloniale. Queste proposte implicano la negazione dell’esistenza del popolo ucraino, della sua storia, cultura e anche la Chiesa. È la negazione dello stesso diritto all’esistenza dello Stato ucraino, riconosciuto dalla comunità internazionale con la sua sovranità e integrità territoriale. Su queste premesse, le proposte della Russia mancano di un soggetto di dialogo”.
Ricevendo Sua Beatitudine, il Papa ha rinnovato la sua vicinanza a quello che chiama “il martoriato popolo ucraino”, e ha assicurato che sta al fianco del popolo ucraino in preghiera e azione. Papa Francesco, inoltre, ha incoraggiato l’Arcivescovo maggiore e i suoi pastori ad un “servizio evangelico di prossimità al popolo sofferente, oppresso dalla paura e dalla violenza bellica”.