Città del Vaticano , domenica, 6. novembre, 2022 18:05 (ACI Stampa).
Papa Francesco si accende all’ultima domanda, quando gli viene chiesto cosa può imparare la Germania in pieno cammino sinodale, ma che perde 300 mila fedeli l’anno, dalla vibrante, seppur piccola, minoritaria ed emarginata, Chiesa del Bahrein. E il Papa sottolinea di nuovo che in Germania c’è “già una Chiesa Evangelica”, e che lui vuole che la Chiesa sia cattolica, perché “adesso ci mettiamo in discussioni epiche, ma la radice della conversione è lo schiaffo che ti dà il Vangelo, l’incontro con Gesù Cristo vivo e da lì vengono le conseguenze tutte, da lì il coraggio apostolico, da lì l’andare nelle periferie, anche nelle periferie morali della gente per aiutarla”. E afferma: “Se non c’è un incontro con Gesù Cristo, ci sarà un eticismo travestito da cristianesimo”.
Dura 51 minuti la conferenza stampa in volo di Papa Francesco di ritorno dal Bahrein. Diversi i temi toccati: dall’importanza del dialogo alla questione femminile, dalla pace in Ucraina ai temi cruciali del pontificato come quello dei migranti e degli abusi. Il Papa mostra apprezzamento per i discorsi del Grande Imam di al Azhar, che ha chiesto dialogo anche intramusulmano e ha provato a dare una nuova narrativa dello scontro di civiltà e dello stesso Islam; loda ancora una volta il carisma del patriarca Bartolomeo, che gli ha donato l’encolpion (la croce pettorale orientale) d’avorio che ha portato per tutto il viaggio; chiede pace per l’Ucraina, sottolineando che ha grande amore sia per il popolo russo che per quello ucraino.
Era un viaggio di “dialogo”, dice il Papa, un dialogo che si fa solo a partire da “identità forti”, perché “è difficile quando non si ha una propria identità”.
Il Papa ha parlato di “un viaggio di incontro”, dove ha potuto conoscere “una cultura aperta a tutti”, arricchita dalla diversità.
Sulle linee di dialogo con l’Islam, il Papa si dice colpito da quello che è stato detto nell’incontro al Consiglio degli Anziani sulla salvaguardia del creato. Papa Francesco ha poi voluto ripercorrere la nascita del Documento della Fraternità Umana di Abu Dhabi, nata da un pranzo scaturito da un invito spontaneo del Papa al termine del primo incontro con il Grande Imam di al Azhar Ahmedi bin Tayyeb, che ha portato ad uno scambio e poi all’occasione del viaggio negli Emirati per pubblicarlo. Da lì nasce anche la Fratelli tutti, e tante altre iniziative, ma soprattutto l’amicizia con il Grande Imam, “di cui non sapevo neppure il nome.” Secondo il Papa, non può che venire da Dio, una serie di risultati del genere.