Città del Vaticano , venerdì, 28. ottobre, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Vicino la capitale del Bahrein Manama, nel mezzo del deserto, c’è una acacia vecchia 400 anni, che trae linfa nel deserto che però è lambito da due mari e che viene chiamato “L’albero della vita”. È il segno di una terra, quella del Bahrein, che si trova nel Golfo, ma che riesce anche ad essere fertile. Composto da 33 isole, divisa in due mari, il Bahrein è una terra di deserto ed acqua. Papa Francesco sarà lì dal 3 al 6 novembre, primo Papa a toccare questa terra dove di recente è stata costruita la cattedrale di Nostra Signora di Arabia.
Un viaggio con sette discorsi, tutti in italiano tranne la Messa allo stadio che sarà in spagnolo per andare incontro ai molti immigrati, Nel seguito, il Cardinale Luis Antonio Tagle, che inaugurò la Cattedrale di Nostra Signora di Arabia; il Cardinale Leonardo Sandri, del dicastero per le Chiese Orientali; il Cardinale Kurt Koch, del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; il Cardinale Miguel Ayuso, del dicastero per il Dialogo Interreligioso.
“L’incontro è uno dei temi principali del viaggio”, spiega in un briefing in Sala Stampa Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. È il 58esimo Paese toccato da Papa Francesco nel suo pontificato, Paese dove i cattolici sono minoritari, emigrati soprattutto dal sub-continente indiano, e anche 1000 cattolici di origine araba arrivati nella terra emigrati per trovare impiego nel settore petrolifero.
Il Bahrein ha due chiese: una più antica, costruita nel 1939, dedicata al Sacro Cuore, e poi appunto la cattedrale di Nostra Signora di Arabia.
Matteo Bruni sottolinea che si va in Bahrein “su invito non solo della Chiesa locale, ma anche del re”, e il Papa sarà proprio ospite di un edificio del re.