Tolentino , venerdì, 28. ottobre, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Da Puerto Madryn, in Argentina, a Tolentino, in Italia; ma prima è avvenuto da Tolentino, in Italia, a Puerto Madryn, in Argentina: abbiamo incontrato nella parrocchia ‘Santa Famiglia’ don Alberico Capitani, missionario ‘fidei donum’ della diocesi di Macerata, mentre racconta la missione ai parrocchiani, dopochè i ragazzi e le ragazze di questa parrocchia hanno scritto alcuni messaggi augurali ai ragazzi ed alle ragazze della parrocchia argentina, dove domenica prossima riceveranno il sacramento della confermazione, ricambiati a loro volta.
A distanza di tre anni nel mese di ottobre (è ripartito per l’Argentina mercoledì 26 ottobre) don Alberico Capitani è ritornato nella parrocchia in cui è stato parroco fino al 2009, anno in cui è ri-iniziata la missione a Puerto Madryn, dopo alcuni anni dalla conclusione nei primi anni del XXI^ secolo: può raccontarci come è nata la missione in Argentina?
“Noi non siamo veramente missionari come i saveriani od altre congregazioni di religiosi; noi siamo dei sacerdoti diocesani che cercano in nome della diocesi di vivere la missionarietà. La nostra storia missionaria è iniziata con p. Matteo Ricci e poi è ripartita al tempo del Concilio Vaticano II, quando i nostri vescovi sono venuti a contatto con gli altri vescovi nel mondo, in modo speciale dell’America Latina; hanno conosciuto la realtà di un cattolicesimo presente ma carente di sacerdoti e questo ha portato le diocesi italiane ad aprirsi ed ad inviare dei sacerdoti”.
Cosa significa essere missionari ‘fidei donum’?
“Significa dono della fede. Ricordo don Fernando Mariani, che fu il primo sacerdote ‘fidei donum’ della nostra diocesi; dopo don Nazzareno Piccioni, poi tanti altri: don Quinto Lombi, don Silvano Attili, don Alberto Forconi, don Frediano Salvucci e don Felice Prosperi e poi nel 1989 sono partito anche io da Urbisaglia. Forse dalla conoscenza dei sacerdoti che già erano in missione e poi dall’esperienza dell’adorazione eucaristica è partito questo desiderio di condividere la mia vita con i più bisognosi della fede”.