Pompei , giovedì, 20. ottobre, 2022 9:00 (ACI Stampa).
E’ iniziato il 1 ottobre scorso e si concluderà il 31 ottobre del prossimo anno il giubileo per il 150^ anniversario dell’arrivo del beato Bartolo Longo a Pompei, che è una delle più popolari e affascinanti figure del laicato cattolico tra Ottocento e Novecento. Il suo lungo cammino di vita fu attraversato e permeato da una straordinaria esperienza mariana e caritativa. Papa Benedetto XVI nel suo pellegrinaggio a Pompei il 19 ottobre 2008, parlò di lui come del protagonista umano di un miracolo che solo la fede può realizzare: “Spinto dall’amore, egli fu in grado di progettare una città nuova, che poi sorse attorno al Santuario mariano… Una città di Maria e della carità, non però isolata dal mondo, non, come si suol dire, una ‘cattedrale nel deserto’, ma inserita nel territorio di questa Valle per riscattarlo e promuoverlo… Dove arriva Dio, il deserto fiorisce!”
Per celebrare questo giubileo è stato organizzato anche un ‘Cammino Giubilare Longhiano’ per rivivere i momenti più significativi dell’impegno che il Beato Bartolo Longo profuse in quella che era una terra deserta, dove dilagava povertà morale e spirituale e dove non vi era alcun orizzonte di speranza, come ha raccontato mons. Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei e delegato pontificio per il Santuario della Beata Maria Vergine del S. Rosario di Pompei: “Nel mese di ottobre 1872 il Beato Bartolo Longo, Fondatore del Santuario, delle Opere di carità e della stessa Nuova Città di Pompei, arrivò per la prima volta in Località Arpaia, nell’allora Valle desolata. Vi giunse per amministrare i beni della Contessa Marianna Farnararo, vedova De Fusco, che diventerà non solo la sua consorte, ma anche la cofondatrice del Santuario. Possiamo dire che quel giorno, per questa terra, cambiò ogni cosa. Intorno al Santuario, la cui prima pietra fu posta nel 1876 cominciò a svilupparsi una vera e propria Città: gli istituti per l’accoglienza degli orfani e dei figli dei detenuti, l’ufficio postale e telegrafico, via Sacra, le case operaie, la stazione ferroviaria, la fontana pubblica. Fu sì uomo della Madonna, apostolo del Rosario, ma ebbe anche un indiscutibile ruolo sociale e civile”.
Per quale motivo Bartolo Longo giunse a Pompei?
“Il Beato, originario di Latiano, in Puglia, era un avvocato che da giovane, per ragioni di studio, si era trasferito a Napoli, dove frequentò la Facoltà di giurisprudenza. Una volta laureatosi, sono proprio ragioni professionali ad averlo portato nell’allora Valle di Pompei che egli stesso definirà ‘desolata’. Non esisteva l’attuale Città e il territorio selvaggio era abitato da alcune centinaia di contadini che cercavano di sopravvivere tra la miseria diffusa, la malaria e le scorrerie di briganti. Bartolo Longo aveva 31 anni quando arrivò in questa terra, l’8 ottobre 1872, 150 anni fa, per amministrare i possedimenti agricoli della Contessa Marianna Farnararo, vedova De Fusco, cofondatrice del Santuario e delle Opere di carità, che in seguito diventerà sua consorte”.
Perché fondò il Santuario della beata Vergine del Rosario?