Città del Vaticano , lunedì, 17. ottobre, 2022 18:00 (ACI Stampa).
La famiglia Chigi è una famiglia "pontificia". Noi italiani siamo abituati ad associare il nome Chigi al palazzo che ospita la Presidenza del Consiglio, ma quel palazzo è legato alla famiglia senese di banchieri e Chigi fu Papa Alessandro VII. Anche per questo l’Archivio della famiglia “papale” Chigi è stato donato alla Biblioteca Vaticana. Come ricorda OWL la news letter della Biblioteca del Papa, era il 1944 quando venne completato un primo ordinamento dell’Archivio Chigi.
I documenti erano giunti in Biblioteca nei giorni 20 e 22 maggio provenienti dal palazzo di Ariccia, nei Castelli Romani, la sede della famiglia dopo la vendita del Palazzo Chigi appunto. Così si misero al riparo dai bombardamenti degli alleati. Si era nei mesi estivi di luglio e di agosto 1943; in quel mese di maggio 1944 Roma, “Città Aperta” dal 19 agosto 1943, venne nuovamente bombardata, pochi giorni prima della sua liberazione (che avverrà il 4 giugno), fra il 3 e il 30, e con essa altre località vicine, inclusi i Castelli Romani, sui quali caddero le bombe il 29 maggio.
Fu la Sala del Museo Profano che era allora parte della Biblioteca, ad accogliere l'archivio Chigi.
Nel mese di settembre iniziò il lavoro di riordino per materia ed epoche, negli armadi della Galleria che conduce al Museo Cristiano. "Un conteggio sommario allora compiuto calcolava il numero dei pezzi (volumi, pacchi, fascicoli) in circa 10.000; furono riempiti 48 armadi.
La Biblioteca del casato Chigi, le cui origini risalgono a Fabio Chigi (1599-1667), poi Alessandro VII (1655), comprendente i manoscritti, 3.626 elementi per 3.635 segnature, e gli stampati, oltre 30.000 volumi, era stata aggregata alla Biblioteca il 22 dicembre 1922 dall’allora capo del governo italiano Benito Mussolini (1883-1945).