Carpi , giovedì, 20. ottobre, 2022 10:00 (ACI Stampa).
“Giuseppe Andreoli. Un sacerdote protagonista del Risorgimento” è il titolo della mostra allestita al Museo diocesano di arte sacra “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia” a Carpi in occasione del secondo centenario della morte del sacerdote nativo di San Possidonio, fatto giustiziare a Rubiera il 12 ottobre 1822.
La mostra è stata inaugurata sabato 8 ottobre. Dopo il saluto delle autorità, gli interventi di due storici: il dottor Cristian Ruozzi ha tracciato un profilo di don Andreoli e della sua attività, mentre il dottor Fabio Montella ha parlato del monumento al sacerdote eretto a San Possidonio nel centenario della morte (1922).
“La ricerca e l’indagine archivistica – spiega Beltrami il curatore della mostra – hanno consentito di recuperare interessanti documenti, dall’originale atto di battesimo di Andreoli, conservato nei registri parrocchiali di San Possidonio, ad alcune lettere scritte da giovane seminarista, alla sentenza completa e alla relativa condanna a morte. Per una continuità storica si è scelto di esporre anche gli opuscoli editi nelle varie ricorrenze, testimonianza di come il sacerdote sia sempre ricordato, almeno negli anniversari”.
La diocesi di Carpi in un comunicato stampa racconta la storia. Nato a San Possidonio il 6 gennaio 1789, dopo gli studi tecnici che lo portarono alla qualifica di agrimensore, Giuseppe Andreoli entrò in seminario a Reggio Emilia e nel 1817 venne ordinato sacerdote. Iniziò poi l’attività di precettore privato presso la famiglia Soliani-Raschini di Reggio per passare al convitto di Correggio come insegnante di grammatica e retorica. Fu arrestato nel febbraio 1822 per sospetto di adesione alla Carboneria e incarcerato prima a Reggio, poi a Modena.
Andreoli si dichiarò sempre innocente ma a nulla valsero le sue parole. Condannato a morte dal tribunale straordinario nel forte di Rubiera, venne prima “sconsacrato” dal vescovo di Carpi (mandato dal presule di Reggio) e poi decapitato a mezzogiorno del 12 ottobre 1822.