Nicosia , venerdì, 7. ottobre, 2022 10:00 (ACI Stampa).
Nella città dove si trova l’ultimo muro europeo, il segno di speranza è dato da un edificio che però ha un potere simbolico molto grande: è la “casa” del vicariato del Patriarcato Latino di Gerusalemme a Cipro, la residenza del vicario del Patriarca che fino ad ora aveva sempre risieduto in residenze religiose o non. È il segno visibile della presenza dei cattolici di rito latino, e non è un caso che l’evento venga celebrato.
Tutto nasce da un accordo siglato negli scorsi mesi del Patriarca Latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, e il governo di Cipro. L’accordo stabiliva che il luogo del Vicariato sarebbe stato separato e indipendente, e che da lì sarebbero state gestite tutte le questioni amministrative e spirituali delle parrocchie latine e delle loro istituzioni a Cipro.
Padre Bruno Varriano, vicario patriarcale di Cipro installatosi lo scorso agosto, andrà a risiedere ufficialmente nella nuova sede dall’inizio del prossimo dicembre.
La presenza di cattolici di rito latino a Cipro è stata continua sin dal 1192, anche se i primi contatti con i latini risalgono al 1126, quando i ciprioti incontrarono commercianti da Venezia e Genova.
La data di inizio è il 1192 perché in quell’anno arriva un’onda di migranti cattolici e Romani da Roma, la Cilicia e il Levante, ospitate dal re Francesco di Gerusalemme. Già nel 1196 un arcivescovo di rito latino aveva preso servizio a Nicosia, mentre altri tre vescovi si erano stabiliti a Famagosta, Limassol e Pafos. Questo portò all’arrivo di molti ordini religiosi cattolici tra il 1192 e il 1489, epoca al termine della quella i cattolici di rito latino a Cipro rappresentavano il 15 o 20 per cento della popolazione.