Roma , mercoledì, 28. settembre, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Gli allievi di Ratzinger, riuniti nello Schuelerkreis, e gli studiosi giovani di Ratzinger, che formano il nuovo Schuelerkreis, si sono riuniti ancora una volta a Roma. Tre giorni di discussioni, dal 22 al 25 settembre, con un simposio pubblico il 24 settembre per discutere in pubblico, a partire dalla teologia di Benedetto XVI, di un tema specifico. E quest’anno il tema era di straordinaria attualità: “Io ho infatti ho ricevuto quello che a mia volta vi ho trasmesso (1 Cor 11,23). Verità vincolanti e sviluppo della dottrina della Chiesa”.
Il professor Helmut Moll, che di Ratzinger è stato allievo e che è stato anche relatore dello Schuelerkreis del 2017, ha discusso sul tema delle radici della teologia e del pensiero di Joseph Ratzinger / Benedetto XVI. E le radici, secondo il professore, sono quattro: il mondo bavarese e la famiglia in cui è cresciuto; la liturgia e la sua importanza nella vita della Chiesa; l’interpretazione canonica della Sacra Scrittura; la religiosità dell’esistenza cristiana.
Inaugurando i lavori, il Cardinale Kurt Koch, che è responsabile dello Schuelerkreis, ha sottolineato che il punto di partenza della dottrina “è il movimento del ricevere, perché la fede della Chiesa è un dono di Dio”, e “la rivelazione di Dio è principalmente indirizzata alla Chiesa, dalla quale viene ricevuta e trasmessa”.
Ma – aggiunge – “la tradizione non deve essere intesa semplicemente come una trasmissione quasi meccanica di credenze ereditate nel senso di archiviare ciò che è accaduto. Piuttosto, è da considerarsi come un ‘processo dinamico’ in cui il tradizionale corpo di fede viene contemporaneamente reinterpretato e sviluppato per adattarsi alla particolare situazione della Chiesa”.
Il professor Uwe Lang ha ricordato: “Nel suo libro Lo spirito della liturgia, Joseph Ratzinger scrive anche in modo impressionante sull'importanza del retto modo di adorare Dio. La comprensione di Dio e del mondo da parte della fede cristiana si esprime nella liturgia della Chiesa, ed è un esercizio di incontro con il Signore, al di là di ogni debolezza e limitazione umana, che nel suo Mistero pasquale «ci attira a sé e ci attira alla comunione chiamate”.