Di fronte alle crescenti tensioni globali e alla rinnovata minaccia di utilizzare armi nucleare, il Cardinale Parolin ha sottolineato che porre in vigore il trattato è più cruciale che mai, e ha quindi messo in luce che i test nucleari “colpiscono sproporzionatamente donne, ragazze e non nate”.
Per questo, “la Santa Sede incoraggia tutti gli Stati a contribuire agli sforzi per rimediare gli ambienti contaminati e assistere le vittime che hanno sofferto danni dai test nucleari”.
Il Cardinale Parolin a New York, il rispetto delle minoranze
A 30 anni dalla Dichiarazione ONU sui Diritti delle Persone che appartengono a Minoranze Nazionali o Etniche, Religiose e Linguistiche, le Nazioni Unite hanno stabilito un anno di celebrazioni, di cui ha fatto parte un incontro di Alto Livello convocato il 21 settembre nel corso dell’Assemblea Generale.
Il Cardinale Parolin ha inviato un intervento, letto da monsignor Joseph Grech, officiale della Segreteria di Stato. La Santa Sede ha detto che “maggioranza” e “minoranza” sono solo termini descrittivi, che non possono erodere il principio che “tutti sono uguali in dignità e hanno perciò uguali diritti”.
La Santa Sede ha notato con preoccupazione che i cristiani continuano ad essere il gruppo religioso più perseguitato al mondo, tanto che una media di 360 milioni di cristiani in 76 nazioni devono affrontare discriminazioni, violenze e persecuzioni, così come altre minoranze religiose.
La protezione dei diritti delle minoranze, ha sottolineato la Santa Sede, deve essere fondata su “dialogo, mutua cooperazione e comprensione reciproca”.
La Santa Sede a Ginevra, la questione dell’acqua
A Ginevra, la 51sima Sessione del Consiglio dei Diritti Umani ha dedicato una sessione al Diritto all’acqua potabile e la sanificazione. Il 14 settembre, l’arcivescovo Fortunatus Nwachuckwu, osservatore permanente della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali a Ginevra, ha sottolineato che “il nostro mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non possono avere accesso ad acqua potabile sicura”, e messo in luce che “la marginalizzazione delle comunità indigene di fatto impedisce il loro accesso ad acqua pulita e il godimento dei loro diritti fondamentali”, e questo è ancora più grave quando l’acqua è è per loro parte dell’identità spirituale.
Per questo, la Santa Sede accoglie la raccomandazione che la comunità internazionale “impari della conoscenza ancestrale dei popoli indigeni di trattare l’acqua come un bene comune, disponibile per tutti”.
La Santa Sede a Ginevra, la questione dei conflitti
Il 15 settembre, l’Alto Commissario ha dato un aggiornamento orale al Consiglio dei Diritti Umani. L’arcivescovo Nwachuwku ha sottolineato che “nell’attuale scenario internazionale, la Santa Sede desidera reiterare la sua più grande preoccupazione per la sofferenza causata dai conflitti in ogni parte del mondo”, di cui pagano il prezzo più alto i più vulnerabili.
La Santa Sede ha ricordato che, mentre il conflitto in Ucraina sta per compiere il settimo mese, “decine di migliaia di persone hanno perso le loro vite e milioni sono stati sfollati o hanno dovuto lasciare le loro case, specialmente uomini e bambini”, mentre il conflitto continua ad avere “un impatto drammatico su cibo ed energia, specialmente nelle nazioni in via di sviluppo”.
La Santa Sede ha ribadito la sua ferma convinzione che l’ordine internazionale e la giustizia non debbano essere basati sulla forza militare, ma sul rispetto sincero per la difesa e la promozione dei diritti umani e le libertà fondamentali.
Il nunzio ha notato che “molte altre nazioni, oltre l’Ucraina, affrontano situazioni egualmente allarmanti”, mentre colpiscono i molti rapporti di violazione della libertà religiosa, e la Santa Sede ribadisce a tal proposito che la protezione della libertà religiosa costituisce uno dei diritti umani più intimi, sacri e fondamentali.
La Santa Sede ha anche messo in luce che le crisi del cambiamento climatico e della perdita della biodiversità vengono spesso da una mancanza di rispetto del nostro vicino e della nostra responsabilità condivisa sulla casa comune.
La Santa Sede a Ginevra, i diritti umani delle persone anziane
Il 19 settembre, la 51esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani ha invece affrontato il Godimento dei Diritti Umani da parte delle Persone Anziane.
La Santa Sede ha riflettuto in particolare sulla privazione della libertà nelle persone umane, ha denunciato tutte le istanze di detenzione derivata da immigrazione o accordi di prestazioni di cure forzate e altre privazioni di libertà per le persone anziane, e ribadito che ovunque la protezione e promozione dei diritti umani deve essere fermamente fondata sul rispetto la dignità inerente di ogni persona umana.
La Santa Sede si è detta convinta che il valore che le persone anziane portano alla società è sottostimato, dato che i giovani hanno bisogno della saggezza e dell’esperienza dei più anziani.
La Santa Sede a Ginevra, il diritto allo sviluppo
Il 21 settembre, il Consiglio dei Diritti Umani ha avuto un dibattito del Gruppo di Lavoro sul Diritto allo Sviluppo, durante il quale si è preparata una bozza di convenzione.
La Santa Sede ha riconosciuto lo spirito positivo della bozza, ma ha anche detto che il diritto allo sviluppo deve essere “fermamente radicato nella dignità inerente della persona umana”, dato che i diritti umani “non sono costruzioni artificiali, né sono il risultato di una opinione di maggioranza”.
Per questo, i meccanismi e gli strumenti designati per assicurare la promozione e protezione di questi diritti “non può essere ridotta alla mera intersezione degli interessi nazionali o ideologico, ma deve essere chiaramente e senza ambiguità sviluppata in relazione ai suoi valori, e cioè la protezione della dignità umana di ogni persona e la promozione del bene comune”.
La Santa Sede ha chiesto dunque che la bozza abbia riferimenti più espliciti alla dignità inerente di tutti i membri, e che il diritto allo sviluppo non debba essere limitato alle sue dimensioni economiche e sociali, ma che debba adottare una prospettiva olistica e integrale.
FOCUS ASIA
Una nuova nunziatura apostolica di Timor Est
Per l’inaugurazione della nunziatura apostolica di Dili, in Timor Estt, si è mosso come di consueto il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Peña Parra.
L’inaugurazione della “ambasciata del Papa” nel più giovane Stato asiatico si è tenuta il 20 settembre, ed era presente anche il presidente Jose Ramos-Horta - premio Nobel per la pace 1996 - oltre all’arcivescovo di Dili, il neo-cardinale Virgilio do Carmo da Silva, e a rappresentanti della Chiesa locale e delle altre confessioni religiose.
Durante la visita, l’arcivescovo Peña Parra ha anche incontrato le attività pastorali e assistenziali della Chiesa cattolica locale, tra le quali l'Università cattolica di Dili che ha dedicato per l'occasione un simposio alla Dichiarazione sulla fraternità umana, firmata ad Abu Dhabi, nel 2019, da Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar al-Tayyib.
Nel suo intervento, il sostituto ha lodato Timor Est per la decisione del suo Parlamento di adottare questo documento come norma nazionale.
Papa Francesco avrebbe voluto visitare Timor Est nel 2020, ma il viaggio fu poi rimandato a causa della pandemia, ed ancora non si è stabilita una nuova data.
FOCUS AMERICA LATINA
Il presidente del Perù a ottobre da Papa Francesco
Pedro Castillo, presidente del Perù, sarà in visita da Papa Francesco a ottobre, ha riferito il ministro degli Esteri nelle sue reti sociali la scorsa settimana.
Il 21 settembre, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente del Perù si è incontrato con il Cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano. Nel tweet che accompagna l’incontro viene notato che i due hanno ultimato i preparativi per la visita del presidente del Perù di ottobre.
Il Vicepresidente di Bolivia dal Papa
David Choquehuanca Cespedes, vicepresidente di Bolivia, si è incontrato con Papa Francesco il 21 aettembre, nell’ambito della sua agenda in Europa.
Secondo la vicepresidenza, il Papa e Choquehuanca hanno parlato di vari temi di interessi comuni, hanno sottolineato che il potere “deve servire per aiutare e non per abusare”.
30 anni di relazioni diplomatiche Messico – Santa Sede
Il 21 settembre si sono celebrati i 30 anni di relazioni tra Messico e Santa Sede. L’anniversario è arrivato nel mezzo delle tensioni del governo di Andrés Manuel Lopez Obrador con la Chiesa cattolica Messicana.
Santa Sede e Messico ristabilirono le loro relazioni diplomatiche il 21 settembre 1992, dopo una sospensione che era cominciata nel 1861, con la separazione di Stato e Chiesa rinforzata nella costituzione del 1917.
I temi delle attuali frizioni cin il presidente Manuel Lopez Obrador sono stati la violenza, i diritti sessuali e gli abusi della conquista dal XVI secolo.
FOCUS EUROPA
Sette punti per la pace in Ucraina
Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, ha redatto una esplicita proposta cattolica per arrivare quanto prima alla pace definitiva in Ucraina. Il testo è stato pubblicato e spiegato dalla rivista Omnes.
I sette punti sono:
- “Neutralità dell’Ucraina che rinuncia all’ambizione nazionale di entrare nella NATO, ma che conserva la piena libertà di diventare parte dell’UE, con tutto ciò che questo significa”.
- “L’Ucraina ottiene la garanzia della propria sovranità, indipendenza, e integrità territoriale; una garanzia assicurata dai 5 membri permanenti delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, UK, USA) oltre che dall’UE e dalla Turchia”.
- “La Russia conserva il controllo de facto della Crimea per un certo numero di anni ancora, dopodiché le parti cercano, per via diplomatica, una sistemazione de jure permanente. Le comunità locali usufruiscono di accesso facilitato sia all’Ucraina sia alla Russia; oltre alla libertà di movimento di persone e risorse finanziarie”.
- “Autonomia delle regioni di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina, di cui restano parte integrante, sotto i profili economico, politico, e culturale”.
- “Accesso garantito a Russia e Ucraina ai porti del Mar Nero, per lo svolgimento delle normali attività commerciali”.
- “Rimozione graduale delle sanzioni occidentali alla Russia in parallelo con il ritiro delle truppe e degli armamenti russi dall’Ucraina”.
- “Creazione di un Fondo Multilaterale per la Ricostruzione e lo Sviluppo delle aree distrutte e seriamente danneggiate dell’Ucraina, un fondo al quale la Russia è chiamata a concorrere sulla base di predefiniti criteri di proporzionalità”.