Città del Vaticano , lunedì, 23. novembre, 2015 15:15 (ACI Stampa).
Arianna, un personaggio della mitologia greca che è entrato nel linguaggio comune di tutti i tempi, lei e il suo filo per non perdersi nei labirinti del Minotauro, come in quelli della vita.
Arianna “piantata in Nasso” abbandonata da Teseo che il Minotauro lo aveva ucciso mentre dorme, Arianna che poi vista dal Dio Dioniso ne diventa la sposa. Il suo mito è forse tutto rinchiuso in quel momento di sonno, di abbandono a Nasso. Quel momento è fotografato nel marmo delle statua che
esposta nella Galleria delle Statue del Museo Pio Clementino, dei Musei Vaticani ed è stata oggetto di un complesso restauro che, eseguito dal Laboratorio Restauro Materiali Lapidei e diretto dal Reparto di Antichità Greche e Romane, si è concluso nell’aprile del 2013. Un intervento realizzato grazie a un generoso finanziamento dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums e una occasione per studiare questa meravigliosa opera. La statua di Arianna è in Vaticano dal 1512 quando Papa Giulio l’acquista dalla famiglia Maffei, che la custodiva nel palazzo vicino al Pantheon, all’Arco della Ciambella. Cime spiegano i responsabili del restauro, la statua venne interpretata come Cleopatra colta mentre si toglieva la vita facendosi mordere dall’aspide, per la presenza del bracciale a forma di serpente, e per questo la scultura fu collocata in Belvedere a completamento del programma decorativo del Cortile delle Statue che lo stesso Giulio II aveva impostato, ispirandosi alla figura di Giulio Cesare. Usata per decorare delle fontane Diego Velázquez tra il 1650 e il 1651, ne eseguì un calco su commissione del re di Spagna Filippo IV, oggi conservato nella Reale Accademia di San Fernando a Madrid.
Negli anni passati la scultura è stata oggetto anche di indagini diagnostiche come spiegano gli specialisti dei Musei Vaticani. Un aspetto particolarmente delicato è stato quello della rimozione delle incrostazioni presenti sulla statua, di origine prevalentemente moderna e in relazione al suo utilizzo come ornamento di fontana.
Interessante la storia del calco della statua fatto eseguire da Diego Velázquez . Come spiega José Maria Luzon della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando-Madrid Velázquez durante il suo secondo soggiorno romano (1650- 1651) lo fece per commissione del Re Filippo IV: “Queste sculture erano destinate a decorare l’Alcázar, ovvero il vecchio palazzo reale. I dettagli della commissione sono ben noti grazie ai documenti dell’epoca.”