Kiev , giovedì, 22. settembre, 2022 16:00 (ACI Stampa).
L’immagine che colpisce è quella del Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere pontificio, in preghiera di fronte alla fosse comuni di Izyum in Ucraina, immagine che si aggiunge a quelle delle visite dello stesso Krajewski e dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, nei luoghi dell’orrore di Bucha. Negli scorsi giorni è stata in Ucraina anche una delegazione della Conferenza Episcopale Francese, guidata dal presidente, l’arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort, arrivata a Kyiv e raccoltasi in preghiera a Bucha e Irpin per “mostrare la solidarietà e la fraternità della Conferenza Episcopale Francese.
Di ritorno dal viaggio, l’arcivescovo de Moulins Beaufort si è detto colpito “dall’ardore degli ucraini, dalla loro unità, dal loro desiderio di lottare per la loro libertà, con la consapevolezza di essere forti che, per loro, è un modo di legare con l’Europa”.
Il presidente dei vescovi di Francia, in dichiarazioni rese alla stampa francsee, ha pregato che gli ucraini “possano combattere con grande forza e coraggio, senza lasciare che la loro rabbia si trasformi in odio, perché un giorno devi saper preparare la pace”.
E si è detto colpito da come la vita stia comunque riprendendo nel mezzo della guerra, sia a Kyiv, dove “non si vedono più tracce di questa guerra”, mentre “a Irpin si vedono molti edifici che sono stati danneggiati, distrutti, fatti saltare in aria”, eppure “ci sono aree dove si trovano le cose e dove le persone vivono di nuovo tranquillamente”, nonostante tutti abbiano vissuto la sensazione di “un esercito che aveva la volontà di umiliarli”.
Il 18 settembre, la delegazione della Conferenza Episcopale Francese ha partecipato alla Divina Liturgia presieduta dall’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica ucraina. IN quell’occasione, l’arcivescovo de Moulins Beaufort ha detto che i vescovi francesi sono “stupiti dalla grande forza con cui il popolo ucraino sta combattendo contro il nemico”, e dalla “grande volontà di vivere in libertà, giustizia e verità”, aggiungendo che era importante essere presenti in Ucraina “e gioire con voi per il successo delle vostre forze armate”.