Berlino , lunedì, 19. settembre, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Quasi quattromila dimostranti, provenienti da tutta la Repubblica Federale, hanno sfidato, sabato 17 settembre a Berlino, una temperatura autunnale, con vento e pioggia, per partecipare alla diciottesima edizione della Marcia per la vita – la più grande manifestazione di questo genere in Germania - e dare testimonianza contro aborto e suicidio assistito.
La Marica è iniziata, com’è ormai tradizione, alle ore 13 dalla porta di Brandeburgo con gli interventi dal palco, animati dall'accompagnamento musicale del gruppo Gnadensohn, e moderati da Alexandra Linder, presidente della Associazione federale per il diritto alla vita (Bundesverband Lebensrecht, BVL) che promuove l’iniziativa, e dai membri del consiglio direttivo del BVL, Hartmut Steeb e Cornelia Kaminski. I “relatori” sono voci dal mondo della scienza, della politica, dall'arte, della società e della Chiesa. Sono coinvolti nel tema del diritto alla vita a titolo professionale o di volontariato, oppure parlano delle loro esperienze personali. Eppure, dalla pluralità delle voci e delle esperienze si profila un messaggio unico: “sostegno alle donne” piuttosto che aborto.
La Linder dopo il saluto di benvenuto ai convenuti ha portato gli Stati Uniti ad esempio della nuova linea da seguire nei diritti del nascituro: «Dopo 51 anni, e con oltre 63 milioni di bambini abortiti, un terzo dei quali afroamericani, con una quota di popolazione di circa il 16%, si stanno muovendo per offrire aiuto e sostegno invece dell'aborto, soprattutto alle donne afroamericane, che a quanto pare sono anche qui particolarmente discriminate». La Linder ha lodato anche il nuovo corso sul tema aborto intrapreso dall’Ungheria, dove per avere accesso all’aborto, le donne devono prima ottenere un certificato che attesti che hanno ascoltato i battiti cardiaci del loro embrione prima di abortire.
«Le donne non hanno bisogno della frase “non puoi farcela”. Hanno bisogno di un accompagnamento sensibile per poter dispiegare il loro grande potenziale», ha commentato l'ostetrica Sarah Göbel durante gli interventi prima della Marcia, illustrando la situazione delle donne in conflitto con la gravidanza. La maggior parte delle donne vorrebbe avere un figlio in modo autodeterminato, ma subisce una forte pressione dall'esterno. Anche dopo un aborto, è fondamentale continuare a stare al fianco delle donne.
L'ex deputata della CDU Sylvia Pantel ha espresso il timore che la fine del divieto legale di fare pubblicità agli aborti approvata dal Parlamento federale sia solo l'inizio dell'abolizione della “paragrafo 218,” che regola gli aborti: «Invece di rendere più facile l'aborto, lo Stato dovrebbe ridurre il rischio di povertà delle donne incinte».