Nur-Sultan , giovedì, 15. settembre, 2022 7:35 (ACI Stampa).
"È il compito peculiare della Chiesa in questo Paese: non essere un gruppo che si trascina nelle cose di sempre o si chiude nel suo guscio perché si sente piccolo, ma una comunità aperta al futuro di Dio, accesa dal fuoco dello Spirito". Così Papa Francesco saluta i religiosi i sacerdoti e i vescovi del Kazakistan nell'incontro a loro dedicato nell'ultimo dei tre giorni trascorsi nel paese.
Dopo aver come di consueto incontrato in forma privata i gesuiti che lavorano nella regione Russa,( il testo sarà pubblicato solo da Civiltà cattolica) Francesco arriva all Cattedrale della Madre del Perpetuo Soccorso sede dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana. La denominazione è legata al vecchio nome della città, e il saluto al Papa è del presidente della Conferenza episcopale dell' Asia centrale istituita appena un anno fa. "Ci riconosciamo come successori dei testimoni eroici nell'evangelizzazione di queste terre" dice nel saluto al Papa. La CEVAC riunisce le Chiese del Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Mongolia e Afghanistan. Lo scorso aprile è stato nominato il primo presidente, proprio José Luis Mumbiela Sierra, Vescovo della Diocesi della Santissima Trinità in Almaty. Segretario generale è Evgeny Zinkovsky, Vescovo ausiliare della Diocesi di Karaganda.
Al piccolo gregge cattolico il Papa parla di eredità e promessa, memoria e futuro.
E la memoria qui è dolorosa, ma il Papa preferisce ricordare che " se oggi in questo vasto Paese, multiculturale e multireligioso, possiamo vedere comunità cristiane vivaci e un senso religioso che attraversa la vita della popolazione, è soprattutto grazie alla ricca storia che vi ha preceduto".
Una memoria che sia viva e che sia memoria "viva di Gesù, che ci riempie di stupore e che attingiamo soprattutto dal Memoriale eucaristico, la forza d’amore che ci sospinge ", dice.