Nur-Sultan , mercoledì, 14. settembre, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Il Kazakhstan è terra di missione, il presidente della Conferenza Episcopale dell’Asia Centrale è un missionario, il vescovo spagnolo José Mumbiela. Da quando entrerà in vigore il nuovo accordo tra Santa Sede e Kazakhstan, missionari, religiosi, personale ecclesiastico avranno meno difficoltà a ricevere il visto per portare avanti la loro attività pastorale nel Paese.
Il tutto è stato definito con un accordo tra Santa Sede e Kazakhstan, firmato proprio in occasione del viaggio di Papa Francesco nel Paese, il 14 settembre. Un accordo che suggella anche i 30 anni di relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Paese dell’Asia Centrale, e che va a implementare l’Accordo sulle mutue relazioni tra Santa Sede e Kazakhstan siglato il 24 settembre 1998 ed entrato in vigore il 24 giugno 1999.
Firmatari dell’accordo sono stati, per parte della Santa Sede, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e, per la Repubblica del Kazakhstan, Mukhtar Tileuberdi, Vice-Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri.
“La nuova Intesa – si legge in un comunicato della Sala Stampa presso la Santa Sede - intende dare più ampia attuazione all’art. 2 dell’Accordo bilaterale del 1998, facilitando la concessione dei visti e dei permessi di soggiorno al personale ecclesiastico e religioso proveniente dall’estero e impegnato nella cura pastorale dei fedeli cattolici in Kazakhstan”.
L’accordo è “composto da un Preambolo e da otto paragrafi, il documento consolida ulteriormente i vincoli di amicizia e di collaborazione già esistenti tra le due Parti”, ed entrerà in vigore dopo lo scambio degli strumenti di ratifica.