Roma , sabato, 10. settembre, 2022 10:00 (ACI Stampa).
La prossima settimana riapriranno tutte le scuole in Italia secondo un calendario che varia da regione a regione. A parte le festività nazionali, uguali per tutti, infatti, le Regioni con propri delibere decidono annualmente l’inizio e il termine delle attività didattiche ed eventuali ponti e altre festività. Molti i vescovi che in queste ore si stanno facendo vicino agli studenti di ogni ordine grado nei nostri territori.
Un anno scolastico che si apre con delle preoccupazioni come quella della situazione pandemica ancora non conclusa, la guerra in Ucraina “con le gravi ripercussioni che essa porta, oltre quelle devastanti costituite dai morti e dalla separazione di molti nuclei familiari: la crisi energetica che si
prospetta gravida di drammatiche conseguenze per la vita economica e sociale del nostro paese, con il fondato rischio di chiusure di imprese ed esercizi commerciali; un forte aumento dei costi per le famiglie e le singole persone; l’aumento esponenziale delle situazioni di povertà e il rischio di una conflittualità sociale sempre più marcato”, evidenzia l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Andrea Ballandi, sottolineando che “la soluzione non è certamente quella di chiudere gli occhi e non pensarci, oppure passare il tempo a lamentarsi contro tutto e tutti. Tutto ciò ci lascerebbe
soltanto più vuoti e senza speranza”. Il presule avverte che se viviamo per l’aspetto esteriore, il denaro, la carriera, i passatempi questi “diventeranno idoli che ci usano, sirene che ci incantano e poi ci mandano alla deriva. Invece, se il cuore si attacca a quello che non passa, ritroviamo noi stessi e diventiamo liberi”. Il tempo della scuola rappresenta un’occasione “tra le più preziose e stimolanti: che sappiate, perciò, approfittarne”.
Di “incertezze” parla anche l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego: “la paura del ritorno della pandemia con le conseguenze
nelle attività didattiche, i trasferimenti degli insegnanti, le difficoltà economiche delle famiglie, le elezioni politiche… C’è, però, una certezza: la fondamentale importanza della scuola nella nostra vita personale e comunitaria”. Per il presule ferrarese “senza, l’educazione delle famiglie perde uno strumento sussidiario fondamentale, la società s’impoverisce, non c’è futuro per un Paese”. Perego indica tra le riforme da fare il ritorno della partecipazione dei genitori alla vita scolastica, la sicurezza degli edifici, l’inserimento e accompagnamento degli studenti provenienti da uno dei 190 Paesi del mondo presenti in Italia, quasi 900.000 in Italia, l’assistenza educativa ai diversamente abili, la lotta contro l’abbandono scolastico, alle pari opportunità in termini economici per i genitori
che scelgono per i loro figli la formazione in istituti paritari, etc. “Desidero – conclude - accompagnare i genitori, gli insegnanti e gli alunni con un pensiero di stima per il loro compito e impegno educativo, non privo di fatiche” e “impegniamoci a fare in modo che le scuole non siano
isole, ma legate agli altri luoghi di educazione: oltre la famiglia, la parrocchia e l’unità pastorale, l’Arcidiocesi – che ha a cuore anche l’insegnamento della religione -, il mondo associativo e del
volontariato, le Istituzioni. Solo un lavoro educativo condiviso sarà efficace”.
In occasione del nuovo anno scolastico anche il Vescovo di Andria, Luigi Mansi, ha inviato un messaggio di auguri
agli operatori del mondo della scuola. “Carissimi studenti – ha scritto - sappiate approfittare di questo nuovo clima di maggiore serenità e disponetevi a vivere questo nuovo anno scolastico con
l’unico desiderio di ricevere, con buona disposizione d’animo, tutto ciò che il percorso scolastico vi insegna, per crescere armonicamente in tutte le dimensioni della vostra persona: non solo quella culturale, ma anche quella formativa in senso pieno. Imparate così a misurarvi col tema delle
relazioni con gli altri, col tema del senso del dovere che vi costruisce come persone, col tema dell’uso del tempo come bene da non sciupare”. E agli insegnanti: “so bene che il compito educativo oggi è particolarmente difficile, ma se ci crediamo, diventa certamente fonte di tante
soddisfazioni”.
Il Paese ha bisogno di cultura, sogni, abilità, passioni evidenzia il vescovo di Novara, Giulio Brambilla: la famiglia sa che “l’investimento più grande non è nella casa, nella camera, nella vacanza, ma nella formazione per il futuro dei figli”; i giovani sanno che “il loro
tempo è ‘l’etate che puote giovare’ (Dante), è fatto di anni che hanno la magia di far crescere l’uomo e la donna, nascosti nel piccolo seme, come pianta rigogliosa che ha bisogno di cura e di passione”; la società e la comunità, sia civile che religiosa, “sa che deve sostituire alla retorica del
‘futuro che sono i giovani’, la “ricerca paziente e tenace di dare a loro il meglio in ambienti scolastici, strumenti didattici, mezzi per le arti e lo sport”.