Advertisement

Il Papa e il discernimento: "Sant'Ignazio di Loyola, uno degli esempi più istruttivi"

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sul Discernimento, incentra la sua meditazione sul tema: “Un esempio: Ignazio di Loyola”

Papa Francesco, udienza generale |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, udienza generale | | Vatican Media / ACI Group

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sul Discernimento, incentra la sua meditazione sul tema: “Un esempio: Ignazio di Loyola”. "Uno degli esempi più istruttivi sul discernimento ce lo offre Sant’Ignazio di Loyola, con un episodio decisivo della sua vita", dice subito il Papa da Piazza San Pietro.

"Ignazio si trova a casa convalescente, dopo essere stato ferito in battaglia a una gamba. Per scacciare la noia chiede qualcosa da leggere. Lui amava i racconti cavallereschi, ma purtroppo in casa si trovano solo vite di santi. Un po’ a malincuore si adatta, ma nel corso della lettura comincia a scoprire un altro mondo, un mondo che lo conquista e sembra in concorrenza con quello dei cavalieri. Resta affascinato dalle figure di San Francesco e San Domenico e sente il desiderio di imitarli. Ma anche il mondo cavalleresco continua a esercitare il suo fascino su di lui. E così avverte dentro di sé questa alternanza di pensieri, che sembrano equivalersi.", racconta il Papa durante la catechesi.

"In questa esperienza possiamo notare soprattutto due aspetti. Il primo è il tempo: i pensieri del mondo all’inizio sono attraenti, ma poi perdono smalto e lasciano vuoti, scontenti. I pensieri di Dio, al contrario, suscitano dapprima una certa resistenza, ma quando li si accoglie portano una pace sconosciuta, che dura nel tempo", spiega il Pontefice.

"Ecco allora l’altro aspetto: il punto di arrivo dei pensieri. All’inizio la situazione non sembra così chiara. C’è uno sviluppo del discernimento: capiamo cosa sia il bene per noi non in modo astratto, generale, ma nel percorso della nostra vita", continua il Papa.

"C’è una storia che precede chi discerne, una storia che è indispensabile conoscere, perché il discernimento non è una sorta di oracolo o di fatalismo, come gettare la sorte su due possibilità. Le grandi domande sorgono quando nella vita abbiamo già fatto un tratto di strada, ed è a quel percorso che dobbiamo tornare per capire cosa stiamo cercando. Ignazio, quando si trovava ferito nella casa paterna, non pensava affatto a Dio o a come riformare la propria vita. Egli fa la sua prima esperienza di Dio ascoltando il proprio cuore, che gli mostra un ribaltamento curioso: le cose a prima vista attraenti lo lasciano deluso e in altre, meno brillanti, avverte una pace che dura nel tempo. Per prendere delle decisioni belle bisogna ascoltare il proprio cuore", sottolinea il Pontefice spiegando il tema del discernimento che ha scelto per queste udienze generali.

Advertisement

"C’è un’apparente casualità negli accadimenti della vita: tutto sembra nascere da un banale contrattempo: non c’erano libri di cavalieri, ma solo vite di santi", fa notare il Papa.

"Dio lavora attraverso eventi non programmabili, e anche nei contrattempi. Il discernimento è l’aiuto a riconoscere i segnali con i quali il Signore si fa incontrare nelle situazioni impreviste, perfino spiacevoli, come fu per Ignazio la ferita alla gamba. Da esse può nascere un incontro che cambia la vita, per sempre. State attenti alle cose inattese, fate discernimento. Io stavo lavorando in ufficio ed è venuto un compagno a chiedermi dei soldi, cose che non aspettiamo e lì impariamo a conoscere il nostro cuore come si muove", conclude il Papa da Piazza San Pietro.