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Prima volta nella storia: il Papa apre la Porta Santa di Celestino V a L'Aquila

Papa Francesco è arrivato a L'Aquila per trascorrere una "mattinata intensa". Il saluto ai famigliari delle vittime del terremoto del 2009 e l'apertura della Porta Santa a Collemaggio

Il Papa apre la Porta Santa a Collemaggio |  | Daniel Ibanez / ACI Group
Il Papa apre la Porta Santa a Collemaggio | Daniel Ibanez / ACI Group
Il Papa apre la Porta Santa a Collemaggio |  | Vatican Media / ACI Group
Il Papa apre la Porta Santa a Collemaggio | Vatican Media / ACI Group
Il Papa a L'Aquila |  | Daniel Ibanez / ACI Group
Il Papa a L'Aquila | Daniel Ibanez / ACI Group
Il Papa a Collemaggio |  | Vatican Media / ACI Group
Il Papa a Collemaggio | Vatican Media / ACI Group
Il Papa con il caschetto nel Duomo a L'Aquila |  | Vatican Media /ACI Group
Il Papa con il caschetto nel Duomo a L'Aquila | Vatican Media /ACI Group

Papa Francesco è arrivato a L'Aquila per trascorrere una "mattinata intensa". Un saluto ai famigliari delle vittime del terremoto del 2009 e la Messa alla Basilica di Santa Maria in Collemaggio, in occasione della celebrazione della Perdonanza Celestiniana. Papa Francesco per la prima volta apre la Porta Santa voluta da Celestino V.

In piazza Duomo Francesco è accolto dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo di L’Aquila e dalle autorità civili. Accompagnato dal Cardinale, il Papa entra in Duomo per una visita privata (la Cattedrale risulta ancora disastrata dopo il terremoto del 2009). Francesco indossa anche il caschetto. Poi, sul sagrato del Duomo, il Pontefice rivolge un saluto ai Familiari delle Vittime.

La scossa distruttiva si verificò il 6 aprile 2009 alle ore 3:32. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia registrò un sisma di magnitudo momento 6,3 Mw.

Francesco è di nuovo lì, per dare supporto a coloro che contano a causa di quella scossa 309 morti, circa 1600 feriti di cui 200 gravissimi che furono ricoverati negli ospedali, e infine, 65.000 sfollati. L'Abruzzo è ancora una regione ferita. Nel cuore misericordioso di Gesù "sono scritti i nomi dei vostri cari, che sono passati dal tempo all’eternità. La comunione con loro è più viva che mai. La morte non può spezzare l’amore. Ma il dolore c'è, le belle parole aiutano, ma il dolore rimane, c'è la vicinanza, l'affetto, aiutarci come fratelli e andare avanti. O siamo un Popolo di Dio o non si risolve", dice il Papa durante il saluto.

"Mi congratulo con voi per la cura con cui avete realizzato la Cappella della Memoria. La memoria è la forza di un popolo, e quando questa memoria è illuminata dalla fede, quel popolo non rimane prigioniero del passato, ma cammina nel presente rivolto al futuro, sempre rimanendo attaccato alle radici e facendo tesoro delle esperienze passate, buone e cattive. Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione. Nell’opera di ricostruzione, le chiese meritano un’attenzione particolare. Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario", queste le parole del Pontefice sul sagrato del Duomo.

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Alla Basilica di Santa Maria in Collemaggio il Papa celebra la Messa e guida la preghiera dell’Angelus e infine celebra il rito di apertura della Porta Santa. Tutto per la 728.ma Perdonanza celestiniana che si svolge dal 23 al 30 agosto nel capoluogo abruzzese.

"Oggi celebriamo l’Eucaristia in un giorno speciale per questa città e per questa Chiesa: la Perdonanza Celestiniana. Qui sono custodite le reliquie del santo Papa Celestino V - sottolinea Francesco durante l'omelia - Celestino V non è stato l’uomo del no, è stato l’uomo del sì. Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili. La forza degli umili è il Signore, non le strategie, i mezzi umani, le logiche di questo mondo. In tal senso, Celestino V è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è la Misericordia".

"L’Aquila, da secoli, mantiene vivo il dono che proprio Papa Celestino V le ha lasciato. È il privilegio di ricordare a tutti che con la misericordia, e solo con essa, la vita di ogni uomo e di ogni donna può essere vissuta con gioia. Misericordia è l’esperienza di sentirci accolti, rimessi in piedi, rafforzati, guariti, incoraggiati. Il perdono è passare dalla morte alla vita. Il nostro Dio è il Dio delle possibilità. Sia il tempo del perdono tutti i giorni e partire dalla propria miseria ", dice ancora il Papa durante la sua omelia.

"Stamattina non riuscivamo ad atterrare, nebbia fitta, il pilota dell'elicottero girava girava alla fine ha visto un piccolo buco ed è entrato lì. Ho pensato: con la miseria succede lo stesso, tante volte guardiamo chi siamo e niente, giriamo giriamo, e il Signore poi fa un poccolo buco e lì il Signore fa entrare, la misericordia che entra dalla miseria", racconta il Papa a braccio che ha spostato il luogo dell'atterraggio allo stadio in piazza d'Armi a causa del meteo. Un cambio di programma rispetto all'arrivo previsto allo stadio Gran Sasso.

Chiunque entrerà nella Basilica di Collemaggio, pentito e confessato, accostandosi alla comunione e recitando il Credo, il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre, secondo le intenzioni del Papa, potrà ottenere l’indulgenza plenaria concessa da Celestino V con la bolla "Inter sanctorum solemnia", meglio nota come Bolla del Perdono. Quella di Collemaggio è di fatto "la prima porta santa al mondo".

La ricorrenza della Perdonanza a Collemaggio è "Patrimonio d'Italia per la tradizione" dal 2011 ed è stata iscritta nella "Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità" dell'UNESCO nel 2019. Nessun papa, prima di Papa Francesco, era mai venuto all’Aquila ad aprire la Porta Santa tanto desiderata da Celestino V.

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Durante l'Angelus a Collemaggio il Papa non dimentica le popolazioni che soffrono. "In questo luogo, che ha patito una dura calamità, voglio assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del Pakistan colpite da alluvioni di proporzioni disastrose. Prego per le numerose vittime, per i feriti e gli sfollati, e perché sia pronta e generosa la solidarietà internazionale", commenta il Papa che fa rientro in Vaticano intorno alle 13.