Rimini , martedì, 30. agosto, 2022 14:00 (ACI Stampa).
“L’ambiente è un pezzo della pianura padana: e qui bisogna precisare che, per me, il Po comincia a Piacenza. Il fatto che da Piacenza in su sia sempre lo stesso fiume, non significa niente: anche la Via Emilia, da Piacenza a Milano, è sempre la stessa strada; però la Via Emilia è quella che va da Piacenza a Rimini. Non si può fare un paragone tra un fiume e una strada perché le strade appartengono alla storia e i fiumi alla geografia. E con questo? La storia non la fanno gli uomini: gli
uomini subiscono la storia come subiscono la geografia”: così Giovanni Guareschi raccontava il ‘Mondo piccolo’.
Ed anche quest’anno il Meeting dell’Amicizia tra i popoli a Rimini ha dedicato spazio allo scrittore emiliano ha dedicato un incontro ed una mostra sul percorso della via Emilia, ‘Route77’. Al giornalista Egidio Bandini, presidente del ‘Gruppo Amici di Giovannino Guareschi’, abbiamo chiesto di illustrarci l’Italia raccontata da Giovannino Guareschi:
“L’Italia di Guareschi era l’Italia povera del dopoguerra, che ancora aveva di fronte le macerie di un conflitto mondiale e che contava i morti in guerra: in quella del 1940/1945 e cominciava a contare quelli della guerra civile, dal 25 aprile 1945 in poi. Un’Italia alle prese con la povertà, le
disuguaglianze, la lotta fratricida e il contrasto, spesso addirittura violento, fra la Chiesa e il Partito Comunista, contro i cui membri e simpatizzanti era stata fulminata la scomunica. Giovannino
Guareschi raccontava di quell’Italia, da cronista disincantato, ma anche da umorista che, proprio con i personaggi del ‘Mondo piccolo’ riusciva a stemperare le lotte, le tensioni, l’odio che agitava molti, troppi italiani ancora lacerati dalla caduta del fascismo e dalle violenze perpetrate con la
scusa della resistenza. Guareschi raccontò il passato dell’Italia monarchica e vittoriosa contro l’invasore austroungarico, il presente di quella che chiamava ‘Italia provvisoria’ e il futuro dell’Italia repubblicana e democratica. Come disse Montanelli, non si può parlare della seconda
metà del ‘900 in Italia senza parlare di Guareschi”.
Partendo da una frase di don Luigi Giussani il meeting affronta le speranze dell’uomo: Guareschi quale passione aveva per l’uomo?
“Giovannino Guareschi aveva una grandissima passione per l’uomo: l’uomo era al centro del suo pensiero, appunto perché protagonista del Creato ed essere fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Le accuse che Guareschi muoveva ai totalitarismi, alla violenza perpetrata in nome di un’ideologia non prevedevano accuse per gli uomini. L’uomo rispondeva del proprio operato alla coscienza, cioè alla leggi divine e, scriveva Giovannino, ‘Chi è in regola con le leggi di Dio è in regola anche con le leggi dell’uomo’. In tutti i personaggi di Guareschi e delle sue favole, si nota questa sua ‘passione per l’uomo’: nelle descrizioni del carattere, della personalità, dei modi di affrontare le situazioni più
diverse e, infine, anche nelle descrizioni fisiche. Quale fosse la passione di Giovannino per l’uomo lo possiamo dedurre molto facilmente dalle parole, dai sorrisi e dalle lacrime del Cristo di don Camillo”.
In quale modo Guareschi descriveva ‘il mondo piccolo’?