I pellegrinaggi a piedi godono di enorme popolarità. Anche se ultimamente sempre più persone scelgono di muoversi su pattini a rotelle, moto o biciclette.
L'ufficio stampa di Jasna Góra informa che dal 4 giugno al 14 agosto sono giunte al santuario mariano 50.500 persone in 139 pellegrinaggi. Con 220 pellegrinaggi in bicicletta sono arrivate quasi 7.000 persone e con i 20 gruppi di corsa sono giunte 544 persone. Sono arrivati anche: un pellegrinaggio su pattini a rotelle da Wrocław di 35 persone, e un pellegrinaggio a cavallo di 17 persone.
Dal 5 al 14 agosto, con 65 pellegrinaggi a piedi, sono arrivate a Jasna Góra prima della cerimonia dell'Assunzione della Beata Vergine Maria 43.300 persone, circa 4.000 in più dell’anno scorso; ne sono arrivati di più anche in bicicletta e di corsa.
Tutti i pellegrinaggi sono dominati da giovani e giovani famiglie con bambini, il che, come sottolineano all'unanimità i responsabili dei gruppi, è una grande speranza per il futuro. Ci sono anche molti "esordienti", cioè quelli che per la prima volta vanno in pellegrinaggio – ha raccontato Izabela Tyras.
La tradizione del pellegrinaggio di Jasna Góra è iniziata nella prima metà del XV secolo, quando il dipinto della Madonna Nera, restaurato dopo la rapina, fu trasferito in solenne processione da Cracovia al monastero paolino di Częstochowa. Due secoli dopo giungevano qui già numerosi pellegrinaggi, tra i quali da Gliwice, Żywiec, Cracovia e Poznań. Uno dei più antichi è quello da Kalisz (dal 1673) e dal 1711 il pellegrinaggio di Varsavia va regolarmente dalla Madonna di Jasna Góra.
I pellegrinaggi a piedi di quest'anno a Jasna Góra sono stati una grande implorazione per la pace, soprattutto per l'Ucraina. C'è spirito di penitenza, ma anche grande gioia nel "riconquistare" la possibilità di compiere un pellegrinaggio senza le limitazioni della pandemia. Non mancano le intenzioni per la Chiesa e la Patria – ha sottolineato il direttore dell'ufficio stampa di Jasna Góra.
Ha spiegato che i pellegrini che si recano a Częstochowa per alcuni giorni, per una decina o anche per 20 giorni, chiedono la pace non solo quella esterna, ma anche quella del cuore anche per gli ucraini.
"Vanno in pellegrinaggio anche gli stessi profughi e perfino coloro che nel tempo particolare dei ritiri spirituali, lasciano l'Ucraina, come i sacerdoti o le suore" – ha aggiunto.
Izabela Tyras afferma che a parte agosto, che è il mese del maggior numero di pellegrinaggi a Jasna Góra, se si tratta di gruppi a piedi e in bicicletta, anche in luglio, la festa della Madonna dello Scapolare (16 luglio) raccoglie folle di pellegrini e si sperimenta il cosiddetto primo picco di pellegrinaggi estivi.
La pandemia ci ha un po' ritirati, quindi stiamo cercando di recuperare. Ci è mancata molto la Madre di Dio e questa forma di pellegrinaggio – hanno dichiarato i pellegrini, aggiungendo che alcuni pensavano che dopo la pandemia sarebbe stato peggio, eppure ci sono di nuovo più pellegrini, tanti giovani e giovani famiglie con bambini, il che è molto confortante – ha affermatoTyras.
Ciascuno dei pellegrini porta le proprie intenzioni a Jasna Góra. Sono richieste non solo della grazia della salute, della maternità, della paternità o della preghiera per numerose vocazioni sacerdotali e religiose. Per alcuni di loro, il tragitto che devono percorrere è un simbolo di perseveranza, ma anche di riconoscimento della volontà di Dio.
Una delle persone che sono arrivate a Jasna Góra prima del 15 agosto è la 31enne Edyta.
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"Attraverso il mio pellegrinaggio di quest'anno, il Signore mi ha mostrato quanto sia importante collaborare con le sue ispirazioni" – ha affermato Era il suo primo pellegrinaggio, del tutto imprevisto.
Pochi giorni prima, ho avuto un incontro spirituale in un altro santuario mariano, dove si è discusso il tema della guerra spirituale, del non fare affidamento solo sulla propria forza, ma se Dio invita a qualcosa, darà la forza di resistere al male e soddisfare quello che è il Suo desiderio in un dato momento – ha spiegato Edyta.
La donna ha riconosciuto che prima di intraprendere il cammino di pellegrinaggio ha avuto molte difficoltà e tentazioni.
Mi sono iscritta quasi all'ultimo giorno pensando che probabilmente fosse troppo tardi. Prima del viaggio stesso, ho lottato con la paura di non essere accettata, di non farcela fisicamente, e mi sono domandata se mi piaceva questa forma di devozione. Tuttavia, grazie a Dio, sono riuscita a rigettarle – ha sottolineato Edyta.
Ha raccontato che per lei il pellegrinaggio a Jasna Góra è stato un periodo spiritualmente bello.
Così immagino la Chiesa: come una comunità di persone unite dalla fede in Gesù, dall'amore per la Madre Santissima, che si aiutano reciprocamente, pregano, ma anche cantano, ballano, si scambiano interessanti spunti sulla gloria di Dio. Quando un pellegrino mi ha chiesto se lo farò anche l'anno prossimo, ho semplicemente sorriso consapevolmente – sto già contando i giorni per il pellegrinaggio del prossimo anno – ha spiegato la 31enne.