Città del Vaticano , venerdì, 26. agosto, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Di fronte alla preoccupazione riguardo ai rapporti della prima fase del Sinodo sulla sinodalità, il Cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ci tiene a sottolineare che le conferenze episcopali non sono “la tomba della profezia”, ma che piuttosto sono il luogo dove i vescovi saranno chiamati a discernere le proposte arrivate dalla grande consultazione sinodale. Nessun annacquamento delle proposte, nessuna normalizzazione, ma piuttosto un ascolto che porta però un necessario discernimento.
Lo scorso 15 agosto, si è chiusa la prima fase della consultazione del popolo di Dio per il Sinodo dei vescovi. I contributi stanno ancora arrivando, molte sintesi in realtà sono già al vaglio, e il Cardinale Grech sottolinea che no, non ci si deve aspettare che tutti i contributi siano della stessa qualità, né che il principio della consultazione sia stato applicato allo stesso modo da ogni Chiesa particolare.
Il percorso sinodale, però, prevede anche questo, in un percorso circolare che vedrà ora la segreteria generale, con una serie di esperti, elaborare a partire dalle sintesi un documento di sintesi, una sorta di instrumentum laboris che farà un ulteriore passaggio nelle assemblee continentali, per quello che sarà la seconda tappa di questa consultazione sinodale di tre anni voluta da Papa Francesco.
Il Cardinale Grech sottolinea che si tratta di un processo “circolare”, e che dunque il documento di lavoro sarà “restituito alle Chiese”, dopo il documento di sintesi di tutte le sintesi elaborato dalla Segreteria Generale del Sinodo. Una seconda tappa che serve “per evitare che i vari passaggi possano impoverire ciò che lo Spirito ha detto alle Chiese nella consultazione”.
Il Cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, sottolinea che la sintesi richiesta alle Conferenze Episcopali va intesa “come il culmine del discernimento spirituale comunitario” e a “raccogliere ed esprimere i frutti del processo sinodale in modo che siano comprensibili anche a chi non vi ha partecipato”.