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Si chiude il Meeting 2022 con l'appuntamento a Rimini il 20 agosto del 2023

L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile’, frase tratta dal saggio di don Luigi Giussani ‘Il cammino al vero è un’esperienza’

Le immagini del Meeting 2022 |  | www.meetingrimini.org
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Si è conclusa la 43^ edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli con un grande omaggio al cantautore preferito dal popolo ciellino, Claudio Chieffo, mentre la 44^ edizione si svolgerà dal 20 al 25 agosto 2023 ed avrà il titolo ‘L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile’, frase tratta dal saggio di don Luigi Giussani ‘Il cammino al vero è un’esperienza’, nel quale sono raccolti i tre scritti che documentano le ragioni e le conseguenti notazioni metodologiche che accompagnarono il formarsi delle prime comunità d’ambiente agli inizi del movimento di Comunione e Liberazione, allora chiamato ancora Gioventù Studentesca.

La frase che farà da elemento guida dell’intera prossima edizione del Meeting di Rimini è inserita nel capitolo ‘L’esperienza del dono’ all’interno dello scritto ‘Tracce d’esperienza cristiana’: in questo scritto don Giussani considera la comunicazione dello Spirito di Dio come un ‘puro dono’, anche se ‘non sarebbe dono una cosa di cui non ci fosse dato il significato. E noi non riconosceremmo come dono la vita e l’universo se non attendessimo la rivelazione del suo senso’. Per questo motivo lo Spirito della Pentecoste secondo il fondatore di Comunione e Liberazione sarebbe il vero dono: “Nell’avvenimento di questo dono, la solitudine umana è sciolta. L’esperienza umana non è più quella di una impotenza desolante: ma quella di una consapevolezza e di una energica capacità, come è indicata dal fuoco che fu segno della venuta dello Spirito: fortiter et suaviter”

Ma veniamo alle cifre di questa edizione, ritornata ai livelli pre-pandemia: le presenze sono state 800.000 per un evento che si è svolto su una superficie complessiva di 100.000 metri quadri. Più di 80.000 le presenze fisiche ai convegni, oltre 100.000 le visite alle 14 mostre, mentre 10.000 sono state le presenze al Villaggio Ragazzi Generali, dedicato ai bambini e ragazzi dai 2 ai 12 anni, che si estendeva su un’area di 6.000 metri quadrati. 

Il potenziamento della dimensione digitale del Meeting, iniziato da alcuni anni e incrementato nel periodo della pandemia, ha permesso una fruizione piena del Meeting anche sul sito e sul canale Youtube: agli 80.000 spettatori dei convegni in presenza se ne sono aggiunti 250.0000 digitali, di cui 80.000 in streaming e 170.000 on demand. Stimabili in vari milioni poi gli spettatori delle tv, web tv e dei siti internet di informazione che hanno proposto ai loro spettatori 92 dirette di eventi Meeting. Molto rilevante anche la presenza dei media, con oltre 400 giornalisti e operatori accreditati e 4.700 uscite su stampa, web, tv e radio durante i sei giorni della manifestazione.

A conclusione della kermesse riminese il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, prof. Giorgio Vittadini, ha tracciato un bilancio: “Non dobbiamo essere un popolo di uomini e donne soli, ma di gente che si incontra e che incontrandosi determina e genera una politica diversa… Siamo nell’epoca del post Covid e la gente ha ritrovato la voglia di incontrarsi, di stare in presenza. Questa è stata una delle chiavi del Meeting: è diverso che un politico come Draghi parli alla televisione o di fronte ad un popolo. 

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Questo rende la discussione un incontro. Sono certo che i politici, davanti ad una platea come quella che hanno incontrato qui nella Fiera di Rimini non possono non dialogare in maniera cordiale pur evidenziando le differenze. Il popolo pressa e chiede. La commozione evidente di Draghi segna parole vere a chi gli dice ‘ti ringraziamo perché hai lavorato per noi’. La responsabilità e la ricerca della verità rappresentano un bisogno generale, come ci ha testimoniato il card. Matteo Zuppi che, parlando di don Luigi Giussani, ha rimesso al centro la parola esperienza”.

Questo incontro di ‘popolo’ è merito soprattutto del Terzo Settore, che in questi anni ha lavorato per farci uscire dall’individualismo ‘pandemico’: “Uscire dall’isolamento, costituire comunità e corpi intermedi, è il primo passo dello sviluppo di un Paese, come mostra l’ultimo Rapporto sulla sussidiarietà. Dal Rapporto emerge il legame significativo tra la partecipazione ad attività collettive sussidiarie e lo sviluppo sociale e si rileva il ruolo chiave del terzo settore, un universo fatto di 375.000 istituzioni associazioni, fondazioni e cooperative sociali, in aumento del 25% rispetto a 10 anni fa. Il valore della produzione è stimato in 80 miliardi di euro e sfiora il 5% del Prodotto interno lordo. Gli addetti sono oltre 900.000, ai quali si aggiungono 4.000.000 di volontari. Alla politica chiediamo di riconoscere e sostenere il terzo settore. Un esempio è il 5x1000, che va potenziato”.

Però anche l’ultima giornata ha offerto momenti interessanti di incontro, partendo dalla musica con un confronto tra il cantautore Dario Brunori e p. Massimo Granieri, parroco in Calabria, a Laurignano, Cosenza, che scrive di musica per ‘L’Osservatore Romano’, ed è autore di libri dedicati al rock, un genere musicale che è stato determinante per la sua vocazione: “Quando sono diventato sacerdote mio padre smise di chiamarmi per nome, non mi voleva riconoscere. Si riavvicinò a me quando lo colpì il cancro, ma a quel punto non mi interessava. In quel periodo lessi l’Inferno di Dante commentato da Franco Nembrini, e ascoltai la canzone di Dario, ‘Capita così’. Se non vi avessi avuto (rivolgendosi agli altri due protagonisti sul palco) non sarei qui; avrei perso la vocazione e forse addirittura la fede, siete stati veramente i miei amici”.

D’altro canto Dario Brunori ha spiegato in cosa consiste il lavoro di cantautorato: “Quella canzone è molto aderente alla realtà: il nostro lavoro è quello di dirci le domande che non si fanno mai e la vera tragedia è quando non vogliamo andare al fondo di noi stessi. Quello che ha appena detto Max è utile per chi si accorge di aver provato o di provare lo stesso sentimento e si scandalizza di sé”.

Il meeting si è chiuso con le testimonianze da parte delle famiglie per l’accoglienza, associazione che ha festeggiato 40 anni, raccontati dal presidente Luca Sommacal: “Una rete di famiglie che si accompagnano nell’esperienza dell’accoglienza. Celebriamo quest’anno i 40 anni dell’Associazione, una storia che tocca migliaia di famiglie, che si accompagnano e accompagnano anziani, bambini, giovani, disabili e ora anche profughi di guerra”. 

Ed in sintonia con il titolo del prossimo meeting non sono mancate le testimonianze come quella di Giampaolo Pambianco, che ha 27 anni ed è nordafricano: “Venivo da una famiglia emarginata anche socialmente. A 11 anni è arrivato l’affido, ero voluto bene ma avevo sempre paura di quello che sarebbe successo e dopo qualche tempo sono andato via. Non mi sono fatto sentire per tre anni dalla mia famiglia affidataria, un giorno li ho richiamati e mi hanno risposto che erano preoccupati. Così è scattato il desiderio di riallacciare quel rapporto. Mi sono sentito abbracciare e da lì è ricominciato qualcosa che non era mai finito”.

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Mentre Letizia e Leonardo Speccher sono moglie e marito: “Abbiamo accolto in affido un ragazzo di 13 anni che aveva messo un muro nei nostri confronti e se ne era andato. Dopo qualche mese ha chiesto se potevamo riaccoglierlo. Era proprio un inginocchiarsi davanti a lui e fare un pezzo di strada insieme”.