Roma , venerdì, 9. settembre, 2022 10:00 (ACI Stampa).
Concludiamo il nostro cammino ignaziano in una chiesa particolare. E' quella della Madonna del Buon Consiglio a via del Cardello non lontano dai Fori Imperiali.
Per qualche tempo nell'ex monastero adiacente alla chiesa ci fu una casa per i gesuiti espulsi da Napoli nel 1807. San Giuseppe Pignatelli, allora provinciale dei gesuiti, ne fu il responsabile fino al 1811, e ancora oggi una lapide ricorda la stanza dove risiedeva.
La chiesetta era conosciuta come San Pantaleo ai Tre Forni o, dopo il 1587, come San Biagio ai Monti ed risale al XII secolo.
Mariano Armellini nel suo volume sulle chiese di Roma parla di un cippo marmoreo con un'epigrafe che ricordava la consacrazione di quell'altare avvenuta sotto il pontificato di Papa Pasquale II nel 1113. Christian Hülsen riferisce di un'altra epigrafe, ora perduta, secondo la quale Papa Alessandro III il 23 dicembre 1260 conferma la dedica fatta dal suo predecessore Pasquale II, e nomina la chiesa col titolo di Sancti Pantaleonis in tribus fornis.
Secondo la tradizione, in questa chiesa fu tenuto nascosto il corpo del martire San Pantaleo, quando le sue spoglie furono trasportate da Nicomedia a Roma. La chiesa fu officiata dai monaci basiliani di Grottaferrata fino al 1635; fu poi affidata al clero secolare. Nel 1748 essa fu concessa da papa Benedetto XIV all'Arciconfraternita della Beata Vergine del Buon Consiglio, da cui il nome con cui d'ora in avanti la chiesa sarà conosciuta.