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La Roma di Sant'Ignazio, il lavoro dei gesuiti al Collegio Romano

Dai musei scientifici alla Specola vaticana

La facciata oggi del Collegio Romano  |  | Wikipedia La facciata oggi del Collegio Romano | | Wikipedia

Quando si arriva a Piazza del Collegio Romano c'è molto da ricordare per la storia della Compagnia di Gesù, e ancora oggi il Palazzo per i romani riporta al liceo e ai musei scientifici gesuiti. 

Ma andiamo per gradi.  Il Collegio Romano ebbe qui la sua sede definitiva nel 1560, dove la marchesa Della Valle, nipote del papa Paolo IV aveva adattato un monastero presso la casa già dello zio cardinale. I Gesuiti  lo ampliarono e il complesso fu oggetto di ammaìirazione per tutti i romani. Fu costruita anche la chiesa dell'Annunziata. Fu Papa Gregorio XIII  a far costruire il grandioso palazzo per le scuole (1582-1584).

Per supplire alla parte assorbita dalla chiesa di Sant'Ignazio, si acquistarono gli immobili sul lato opposto e l'isolato assunse la sua forma attuale. Il Collegio fu restituito alla Compagnia dal papa Leone XII nel 1824.

Qui abitò dal 1576 al 1594, come professore, padre spirituale e infine rettore, san Roberto Bellarmino. Vissero qui durante i loro studi san Luigi Gonzaga (1587-1589 e 1590-1591), san Giovanni Berchmans (1618-1621) e il beato Antonio Baldinucci.

 Le loro stanze e la cappella dei voti sono all'ultimo piano (è possibile visitarle chiedendo al sacrestano). I resti dei tre santi sono venerati nella chiesa fatta erigere dal cardinale Ludovisi, nipote di Gregorio XV, il papa che canonizzò sant'Ignazio.

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Al di là dell'isolato funziona ancora per le attività della Compagnia l'oratorio di san Francesco Saverio, detto del Caravita (eretto dal padre Pietro Caravita, + 1658), che fu centro dell'intenso apostolato dei padri e degli scolastici del collegio.

Una della attività del collegio fu quella di Osservatorio e museo grazie a Padre Angelo Secchi fondatore della spettroscopia astronomica. Fu direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano e si occupò per primo di classificare le stelle in classi spettrali.

Il suo nome è anche associato alla definizione del Meridiano di Roma (o Meridiano di Monte Mario), detto anche Primo meridiano d'Italia. Ma il gesuita studiò anche le macchie solari e la meteorologia, insomma l'anticipatore della attuale Specola Vaticana ancora affidata ai padri gesuiti.