Città del Vaticano , martedì, 23. agosto, 2022 13:00 (ACI Stampa).
Entro trenta giorni dall’1 settembre 2022, tutte le risorse finanziarie della Santa Sede e di istituzioni collegate con la Santa Sede devono essere trasferite all’Istituto delle Opere di Religione, che è da considerarsi l’unico ed esclusivo ente intitolato ad attività di gestione patrimoniale e depositario de patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle istituzioni collegate con la Santa Sede.
Con un rescriptum ex audientia Santissimi a seguito di una udienza data al Segretario di Stato vaticano il 22 agosto, ovvero una legge scritta personalmente dal Papa a seguito di una udienza, Papa Francesco stabilisce una nuova stretta sulle finanze vaticane, con l’intento di tenere tutto sotto controllo vaticano, ma anche – probabilmente – di dare respiro ad una attività finanziaria interna che – rapporti IOR alla mano– aveva perso anche la clientela religiosa.
L’occasione di definire la competenza esclusiva dello IOR è la necessità di chiarire l’interpretazione dell’articolo 219, paragrafo 3 della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium.
Per comprendere meglio va letto tutto l’articolo 219. Al primo paragrafo, si definisce che “l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica è l’Organismo titolare dell’amministrazione e della gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare della Santa Sede destinato a fornire le risorse necessarie all’adempimento della funzione propria della Curia Romana per il bene e a servizio delle Chiese particolari”.
Il secondo paragrafo mette in luce che “alla stessa compete amministrare il patrimonio immobiliare e mobiliare degli Enti che hanno affidato alla Santa Sede i propri beni, nel rispetto della finalità specifica per la quale il patrimonio è stato costituito e degli indirizzi e delle politiche generali approvate dagli Organismi competenti”.