Rimini , lunedì, 22. agosto, 2022 12:30 (ACI Stampa).
“Il titolo scelto per l’edizione 2022, ‘Una passione per l’uomo’, è dotato di grande forza, accresciuta, se possibile, dal contesto nel quale viviamo. Più che mai il tema della dignità della persona, della sua difesa, della salvaguardia della sua libertà e della sua integrità, è al centro della sfida che si pone all’uomo contemporaneo”: questo è stato il messaggio del presidente della Repubblica Italiana, che ha inaugurato il Meeting dell’Amicizia tra i popoli, in svolgimento a Rimini.
Un meeting che mette al centro della riflessione la commemorazione del centenario della nascita di don Luigi Giussani, ma anche il tema della pace, sottolineato sempre dal presidente della Repubblica: “Anzitutto il tema del diritto alla vita. A poca distanza da noi, nel cuore dell’Europa, si combatte una guerra scellerata, provocata dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. L’Europa è risorta dal nazifascismo proprio abiurando alla volontà di potenza e alla guerra che ne è diretta conseguenza, ai totalitarismi, alle ideologie imperniate sulla supremazia sia etnico-nazionale sia ideologica. Questa guerra di invasione, con i lutti, le distruzioni, gli odi che continua a generare, scuote l’intera umanità nei suoi valori fondativi e l’Europa nella sua stessa identità”.
Ed infatti nel week end appena trascorso alla fiera riminese sono stati molti gli ospiti internazionali, che hanno raccontato in quale modo i cristiani cercano di creare le condizioni per la pace, come ha detto da Mosca mons. Paolo Pezzi: “Per i cristiani la pace è un dono, e come tale va accolta e riconosciuta. Per il mondo, invece, è l’instaurarsi di un certo potere, e occorre che qualcuno faccia certi sacrifici, mentre altri no; è quindi sempre una menzogna la pace del mondo”. Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca, ha invitato i cristiani ad essere protagonisti: “Bisogna scrivere una nuova pagina della storia, quelle degli eroi della pace… Il dono della pace non è, innanzitutto una conquista umana: possiamo sforzarci quanto vogliamo, ma non raggiungeremo la pace dopo un certo passo di un certo cammino... La pace è un’esperienza presente che riverbera la certezza affettiva del rapporto con Cristo”.
Ha raccontato di aver parlato di perdono con una ragazza ucraina, il cui fratello era stato richiamato alle armi e di averle detto che “suo fratello doveva certamente imbracciare un fucile e uccidere, o essere ucciso, per difendere la patria, perché la patria è un valore importante, e in certe occasioni può richiedere la vita. Ma senza perdono suo fratello avrebbe portato l’odio con sé tutta la vita, o nella tomba, e non avrebbe potuto contribuire alla ‘conversione’ del suo nemico in fratello”.
Ed è anche arrivata la testimonianza di Elena Mazzola, docente universitaria, che ha vissuto per 15 anni a Mosca e, successivamente, da 5 anni, è presidente di 'Emmaus', un’organizzazione no profit, che desidera creare luoghi di amicizia e di fiducia per giovani con disabilità, orfani, bambini appartenenti a famiglie rifugiate a causa della guerra in Ucraina, presente al Meeting con alcune ragazze fuggite con lei da Karkhiv: “Ho fatto per la prima volta nella mia vita l’esperienza di un male che non avrei mai immaginato, l’esperienza per cui ti senti che ti viene strappato tutto di dosso, che non hai più una casa, una ingiustizia che poi si è trasformata, davanti agli occhi di tutto il mondo, in una ferocia e una crudeltà incredibili, che continuano ancora oggi. Io so che ci sono delle persone come me, ma molte anche più di me, che queste ferite, questo sentirsi strappare la pelle di dosso, lo vivono tutti i giorni. So anche quanto è facile non accorgersi di che cosa è vivere davvero dentro questo dolore, perché, io stessa (il Papa parla di terza guerra mondiale a pezzi) tanti pezzi di questa guerra li sento distanti, per cui sono a disagio perché sento che l’esperienza mia è un po’ lontana da quello che vedo intorno a me”.