Roma , mercoledì, 31. agosto, 2022 10:00 (ACI Stampa).
La devozione per i primi martiri cristiani si vedeva in Ignazio anche nei pellegrinaggi del 1537 e del 1541. La Chiesa di San Sebastiano "ad catacumbus" fu infatti visitata anche perché faceva parte del famoso itinerario delle "sette chiese".
Ma ci sono tanti ricordi nella zona anche dei primi gesuiti. Il Padre Nadal nel 1552 ebbe proprio in questo luogo una particolare consolazione spirituale. Pensava a ciò che la Chiesa riceveva dalla Compagnia e che per lui la cosa migliore era lavorare al commento delle "Costituzioni".
Nella stessa zona c'è Porta San Sebastiano, da qui Padre Ignazio entrò a Roma il 29 marzo del 1523 come povero pellegrino. Non lontano c'è un altro luogo legato alla storia di Sant' Ignazio è la Vigna Antoniana o meglio conosciuta nei documenti della Compagnia come "Vigna della Balbina".
Non lontano dalle Terme di Caracalla l'appezzamento fu comprato da Ignazio nel 1555 come casa di campagna per gli studenti del Collegio Romano.
Era un momento di difficoltà economica per la Compagnia ma per Ignazio era chiaro che gli studenti avevano bisogno di riposo: "perché erano molti e di diverse nazioni, e per il clima di Roma molto malsano specialmente per gli stranieri". Prima di comprala chiese consiglio ad un illustre medico del tempo perché gli dicesse se il luogo gli sembrava salubre. Lo stesso Ignazio indicò il tipo di giochi che si potevano praticare nella villa e fece anche un modello di cera per uno di essi. Diceva che, in questo, le buone abitudini stabilite all'inizio sarebbero servite come esempio per il futuro.