Canolo di Correggio , sabato, 20. agosto, 2022 12:30 (ACI Stampa).
L'Italia è ricca di storie di coraggio e martirio, come quella di don Mario Grazioli prevosto della parrocchia di Canolo di Correggio, morto 50 anni fa il 24 agosto il 1972. Divenne prevosto il 4 aprile 1942 e resse la parrocchia fino alla morte avvenuta il 24 agosto 1972.
Per la sua attività di appoggio alla Resistenza don Mario nel luglio 1944 venne arrestato dalle SS e deportato a Don Grazioli era nato a Bagno il 27 ottobre 1904, la stessa parrocchia di cui è originario l’attuale parroco don Carlo Fantini. Ordinato sacerdote dal vescovo Brettoni il 24 marzo 1928, ha svolto il suo ministero a Sesso, Roteglia, Sassuolo; dal 1931 al 1940 fu direttore dell’Istituto Bellelli di Correggio, assumendo dal 1933 al ’36 l’incarico di economo spirituale sempre a Correggio.
Dopo due anni trascorsi a Lanciano come direttore spirituale del locale Seminario – era arcivescovo di quella diocesi il cavriaghese Pietro Tesauri, già parroco di San Quirino di Correggio - don Mario ricevette la nomina a parroco di Canolo, dove in precedenza aveva svolto il suo ministero don Pasquino Borghi.
Con lui fu arrestato e deportato don Enzo Neviani, cappellano del’ospedale di Correggio. Condivise le sofferenze e le violenze a Dachau con mons. Carlo Manziana, poi vescovo di Crema, che celebrò la Messa in occasione del primo anniversario della morte di don Grazioli.
Rientrato in parrocchia, profuse il suo prezioso ministero sacerdotale tra i ragazzi e i giovani, diede impulso all’Azione Cattolica; animò la filodrammatica e la corale parrocchiale, era infatti cultore della musica e organista, come ricorda il parroco di Cavriago don Claudio Gonzaga, originario di Canolo e formatosi alla scuola di don Grazioli.