Roma , lunedì, 29. agosto, 2022 10:00 (ACI Stampa).
I cammini ignaziani a Roma alla ricerca di curiosità e memorie del santo spagnolo sono interessanti anche lontani dal centro. A cominciare dalle quattro basiliche papali.
Oggi andiamo a San Paolo fuori le Mura. Padre Antonio Maria de Aldama nella sua Guida alla Roma Ignaziana ricorda che la basilica era una delle sette chiese che il pellegrino Ignazio visitò nel marzo-aprile 1523 e successivamente con i primi gesuiti nella primavera del 1537.
Un ricordo speciale è quello del Venerdì Santo del 1541, era il 22 aprile Ignazio e i cinque compagni Laínez, Salmerón, Broët, Jay e Codure fecero qui la professione solenne. Così si legge nelle cronache gesuite: "Arrivati a San Paolo si confessarono tutti e sei l'un l'altro; poi fu deciso che Ignazio celebrasse la Messa nella stessa chiesa e che tutti gli altri ricevessero il Santissimo Sacramento dalle sue mani, pronunciando i voti nel modo seguente. Ignazio che celebra la Messa, al momento della comunione, tenendo in mano un foglio su cui era scritta la formula dei voti, rivolto ai compagni inginocchiati pronuncia le parole della professione. Dopo averle pronunciate si comunica, ricevendo il Corpo di Cristo nostro Signore. Finito questo, mette cinque ostie consacrate sulla patena e si rivolge ai compagni. Il primo di loro prende in mano il foglio e pronuncia ad alta voce le parole della professione. Finito questo, riceve il Corpo di Cristo nostro Signore. Poi, a turno, il secondo fa lo stesso; e così il terzo, il quarto, il quinto".
Allora il Sacramento si conservava all' Altare della Vergine e li i gesuiti celebrarono la messa al termine della quale Ignazio "dopo aver pregato davanti agli altari delle indulgenze, si riunirono all'altar maggiore, dove ognuno dei cinque si av- vicinò a Ignazio e Ignazio a ognuno di loro. Abbracciandosi e dandosi il bacio di pace, non senza molta devozione, emozione e lacrime, terminarono la cerimonia della professione e dell'inizio della loro vocazione".
Lo storico della Compagnia Pietro Ribadeneira racconta anche come fosse intensa la devozione del padre Codure: "Sentiva così veemente e divina consolazione, che era incapace di contenerla e gli traboccava fuori. Andava avanti insieme a Laínez attraverso i campi. Lo sentivamo riempire il cielo di sospiri e lacrime. Gridava a Dio in modo tale, che pensavamo che sarebbe venuto meno…".