Sarmato , martedì, 16. agosto, 2022 12:30 (ACI Stampa).
Sarmato e la storia di San Rocco, il suo patrono: un santo leggendario in tutto il mondo, grazie anche al racconto dei pellegrini che hanno fatto sosta in questo comune vicino Piacenza.
In lui, storia e leggende si intrecciano: l'incontro tra il santo e un angelo consolatore; una pioggia miracolosa dalla quale scaturì una provvida fontana; la grotta in cui sostò San Rocco; il fedele cane che gli reca una pagnotta per sfamarlo; l'incontro col conte Signore del Castello e la sua conversione; la fondazione di un cenobio e un albero di pere miracolosamente spuntato dal suo bastone.
Fra le varie storie, la più nota è quella che vede San Rocco nel viaggio di ritorno verso Montpellier, città dalla quale era partito alla volta di Roma. Fu proprio in questo cammino che si ammalò di peste mentre assisteva i contagiati ricoverati nell'ospedale di Santa Maria di Betlemme in Piacenza. Fuoriuscito dalla città, si rifugiò in una capanna o - secondo altra leggenda - in una grotta nei pressi di Sarmato e del suo imponente Castello fortilizio, non lontano dall'importante “Transitum Padi”, il passaggio sul fiume Po che i pellegrini della Via Francigena dovevano compiere per continuare il loro cammino. Questa storia coinvolge un altro protagonista: un cagnolino che ogni giorno rubava una pagnotta dalle cucine del castello di Sarmato; e con il pane in bocca, tutto festante, lo portava al santo per sfamarlo. Ma il conte Gottardo Pallastrelli, signore del maniero, si accorse di questo fatto insolito e volle seguire il cane. Fra i due personaggi avvenne un incontro che cambiò la vita al conte che volle assistere Rocco sino alla sua guarigione. Successivamente, quando il santo - una volta guarito - ripartì, Gottardo lasciò i suoi beni per divenire anch'egli pellegrino sull'esempio dell’ amico.
Tante storie, tanti personaggi, racchiusi poi, nel Novecento teatrale italiano, in una trilogia drammaturgica del tutto particolare: tre spettacoli creati per la sagra sarmatese di San Rocco da Lorenzo Arruga (Milano, 12 giugno 1937 – Milano, 7 luglio 2020), noto critico e storico musicale di diverse testate giornalistiche, anima eclettica del teatro italiano, regista di innumerevoli opere liriche in altrettanto innumerevoli teatri d’opera.
Il primo di questi spettacoli, La ballata del giovane Rocco ebbe la sua realizzazione sul Sagrato della chiesa dedicata al santo patrono, il 14 agosto del 2006. Arruga scrisse per l’occasione un testo raffinato e popolare: un gruppo strumentale formato da viola, chitarra, percussioni - e Arruga alla tastiera elettronica - accompagna la storia di Rocco, narrata da una cantastorie. Fra i dati storici che si dipanano in una sorta di interrogatorio fra due studiosi protagonisti del testo, prendono vita momenti lirici dal forte pathos: la leggenda di Rocco rivive fra canzoni e scene evocate col linguaggio dei ragazzi d’oggi che offrono al pubblico sarmatese la straordinarietà del giovane Rocco che lascia tutto e “regala” la propria vita per risanare quella degli altri.