Varsavia , martedì, 9. agosto, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Georgette Mosbacher, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Polonia, ha lanciato recentemente una proposta di assegnare il Premio Nobel per la pace per l’intera nazione polacca.
Secondo lei accogliere tre milioni di stranieri in primi tre mesi di guerra della Russia contro l’Ucraina “è qualcosa di straordinario”. “Mostratemi un altro Paese nella storia – chiede la Mosbacher - che accoglierebbe così tante persone in fuga dalla guerra senza costruire campi profughi: ce l'hanno fatta i polacchi (…) Questo è semplicemente inaudito!”. Il suo appello può sembrare immotivato solo alle persone che non conoscono la scala degli sforzi di tantissimi polacchi, del governo, delle autorità locali, della Chiesa e svariate organizzazioni per assistere i profughi ucraini.
Allora vale la pena far conosce all’opinione pubblica internazionale i risultati della ricerca riguardanti questo fenomeno svolta dall’Istituto Polacco dell’Economia (è un think tank pubblico che fa delle ricerche che abbracciano principalmente la macroeconomia, l'energia e il clima, il commercio estero, la previsione economica, l'economia digitale e l'economia comportamentale). Il testo completo è disponibile in inglese sul sito dell’Istituto.
Il dato più lampante dice che il 70% dei polacchi è stato coinvolto nell'aiuto ai rifugiati durante i primi tre mesi dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina. Si valuta che in quel periodo la spesa privata legata all’accoglienza poteva raggiungere quasi 10 miliardi di zloty (PLN), equivalente a circa 2,15 miliardi di EUR, cioè lo 0,38% del PIL polacco. Invece la spesa pubblica legata alla concessione ai rifugiati ucraini dell'accesso ad assistenza sociale, nonché ai servizi pubblici (in particolare l’assistenza sanitaria e l’istruzione per i figli) ammonterà quest'anno a circa 15,9 miliardi di PLN.
“La spesa totale stimata in Polonia da parte delle autorità pubbliche e dei privati per aiutare i rifugiati durante i primi tre mesi di guerra ha raggiunto i 5,45 miliardi di EUR (25,4 miliardi di PLN), l'equivalente dello 0,97% del PIL polacco nel 2021. Secondo le nostre stime, abbiamo preso in considerazione il denaro trasferito direttamente o attraverso la raccolta di fondi pubblici, nonché il valore degli oggetti acquistati per i rifugiati, il valore dell'alloggio e del cibo offerto e altre forme di sostegno. Durante la fase successiva, cioè il processo dell'integrazione, un coordinamento efficiente e la mobilitazione del potenziale e delle risorse dei vari attori pubblici e sociali saranno fondamentali" - ha affermato Piotr Arak, direttore dell’Istituto.