Città del Vaticano , mercoledì, 3. agosto, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Che la missione stessa dei Papi fosse permeata di carità lo dimostra un paramento che era usato fino alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, e che serviva a ricordare che il Papa era prima di tutto dispensatore di carità ed elemosina: il succintorio.
Monsignor Stefano Sanchirico, esperto di storia e cerimoniale vaticano e officiale dell’Archivio Apostolico Vaticano, spiega che il succintorio era “una specie di grossa cintura che si metteva sopra il cingolo che tiene stretto il camice”. Non era un paramento accessorio, ma piuttosto “il ricordo del sostegno del saccone, che era una borsa che il Papa portava con sé per dispensare l’elemosina”.
Nota monsignor Sanchirico che “nella Chiesa nulla va perduto, ma tutto in qualche modo, anche se idealizzato, rimane come ricordo di una funzione. Il succintorio, anticamente serviva per sostenere effettivamente questa borsa, detta “saccone”.
Il succintorio, tuttavia, non è il solo segno della Chiesa antica che ricorda come il Papa fosse “padre dei poveri”. Vanno analizzati anche i rituali di possesso del pontefice.
Monsignor Sanchirico ricorda che “fino a Leone X, quindi fino all’inizio XVI secolo, il Papa prendeva possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano al termine di una magnifica cavalcata. Lì si sedeva su due sedie dette di porfiro: nella prima sedia prendeva dal camerlengo in una borsa un pugno di monete nelle quali non ci fosse né argento né oro, e ripeteva la frase di San Pietro negli atti degli apostoli per la guarigione del paralitico: ‘Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do’.”