Città del Vaticano , martedì, 2. agosto, 2022 10:00 (ACI Stampa).
Da sempre, la Chiesa cattolica si occupa degli ultimi, dei più marginalizzati della storia, dei poveri. Da sempre, la fede cattolica è andata di pari passo con la cura dei derelitti, con un impegno che veniva direttamente dal fatto che Cristo stesso aveva fatto così, che Cristo stesso aveva, con la sua venuta, dato a tutti gli uomini la dignità dei Figli di Dio e fratelli del suo figlio. Nessuno deve essere escluso.
Quello che in pochi sanno è che la stessa struttura gerarchica della Chiesa Cattolica riflette un tale mandato, basti pensare all'istituzione del diaconato narrata dagli atti degli apostoli.
Il primo, l’esempio, a fare della carità un impegno essenziale è proprio il Papa. Ci sono tradizioni storiche, cerimoniali, titoli che sopravvivono ancora oggi e che fanno della carità il primo impegno del Papa.
Fare la carità è un linguaggio, è un modo in cui l’istituzione Chiesa racconta se stessa. Lo spiega monsignor Stefano Sanchirico, officiale dell’Archivio Apostolico Vaticano, in questa serie di conversazioni con ACI Stampa che andranno a dipanare cerimoniali e usanze che hanno portato molti poveri alla mensa del Papa.
Come nasce la carità del Papa? Monsignor Sanchirico spiega che “a Roma, la struttura della carità del Papa si definisce già nei primissimi secoli ed era affidata primariamente ai diaconi”.