Roma , lunedì, 1. agosto, 2022 16:00 (ACI Stampa).
Si tratta della Icona di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso di scuola cretese oggi conservata nella chiesa di Sant’Alfonso all’Esquilino a Roma. Il quadro venne donato ai redentoristi da papa Pio IX nel 1866.
Come si legge nel sito dedicato ai Santuari Italiani: "La tradizione popolare narra che l’icona venne rubata in una chiesa dell’isola di Creta da un mercante, che tenta di trafugarla a Roma, durante il viaggio la nave fece naufragio, ma tutti gli occupanti si salvarono, questo venne interpretato come un gesto miracoloso. Il mercante custodì in casa l’immagine a in punto di morte chiese ad un amico di riportala in una chiesa, egli non esegui le volontà del morente e si tenne in casa l’immagine".
Ma alla sua morte la Madonna a apparve in sogno alla figlia e gli chiese di essere portata in una chiesa, tra le basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano, e allora la madre la consegnò alla chiesa di San Matteo il 27 marzo del 1499 e li restò per trecento anni oggetto di molta venerazione. La chiesa venne distrutta truppe napoleoniche nel 1798, ma l’immagine venne salvata e trasferita nella chiesa di Santa Maria in Posterula, sempre a Roma e lì posta in un angolo della stessa.
Il legame con Sant'Alfonso arriva quando a metà '800 la congregazione dei redentoristi acquista un terreno per edificare una chiesa e trova le rovine della chiesa di San Matteo, che era rimasta famosa per la sua icona. E così i redentoristi chiesero al Pontefice di poter rientrare in possesso dell’icona che un tempo era venerata in quel luogo, cosa che avvenne nel 1866.