Roma , martedì, 26. luglio, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Dal 24 al 30 luglio si svolgerà alla ‘Domus Pacis’ di Assisi la 58^ sessione di Formazione Ecumenica promossa dal SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) – APS dal titolo ‘In tempi oscuri, osare la speranza, Le parole della fede nel succedersi delle generazioni. Una ricerca ecumenica’,
che in continuità con l’appuntamento dell’anno scorso tratto dal libro dell’Esodo (‘Racconterai a tuo figlio), continuerà la ricerca ecumenica su come tramandare le parole della fede da una generazione all’altra: al centro quest’anno sarà la capacità di suscitare speranza, in tempi così densi di contraddizioni e la necessità di trovare un linguaggio che comunichi anche attraverso le barriere culturali, ambientali o linguistiche.
Il tema della comunicazione della fede entro un dialogo intergenerazionale sarà approfondito con una particolare attenzione al difficile tempo di cambiamento in atto: quali parole di speranza sappiamo trasmettere? “Il contesto sarà quello del dialogo tra le generazioni, favorendo l'ascolto
reciproco, e quello interculturale, sempre più pregnante in una società vivace ed in movimento come la nostra. In tempi oscuri, osare la speranza. Le parole della fede nel succedersi delle generazioni è un titolo indubbiamente impegnativo, perché è ricco di promesse che speriamo
sapremo mantenere!”
Hanno già assicurato la loro partecipazione rappresentanti dell’Azione Cattolica Giovani, dell’Amicizia ebraico-cristiana Giovani, della Federazione Giovanile Evangelica in Italia (Fgei), accanto a figure che già da moltissimi anni lavorano nel campo del dialogo, come Andrea Bigalli, Marco Campedelli, Guido Dotti, Fulvio Ferrario, Matteo Ferrari, Ilenya Goss, Ulrike Jourdan, Riccardo Maccioni, Cettina Militello, Claudio Monge, Simone Morandini, Marco Cassuto Morselli, Paolo Naso, Serena Noceti, Derio Olivero, Ionut Radu, Davide Romano, Brunetto Salvarani, Piero
Stefani, Letizia Tomassone, Traian Valdman, Sandro Ventura, Vladimir Zelinsky.
Per comprendere meglio il tema alla presidente del SAE, Erica Sfredda, abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui nei tempi oscuri occorre osare la speranza? “Non è un caso che il SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) abbia scelto questo tema per la sua 58a sessione di formazione I tempi oscuri (come quelli che viviamo, così segnati dalla pandemia, dalla guerra, dalle conseguenze del mutamento climatico) rischiano di far prevalere in noi le passioni tristi, il fatalismo, la depressione. Ma come credenti siamo chiamati ad accogliere e a far
germogliare dentro di noi il coraggio di esistere e di operare contro l’oscurità presente nella Storia”.
Cosa è la speranza? “La speranza è quello sguardo sul domani che sa cogliere le potenzialità positive che in esso si celano, anche al di là della negatività che pure è presente. Non è l’ottimismo facile, che ignora le
minacce alla vita personale e alla storia, ma la capacità di affidarsi alla Parola potente del Signore che ci invita a camminare coraggiosamente nonostante la fatica, il dolore, la paura, la presenza
opprimente del Male”.