Città del Vaticano , giovedì, 21. luglio, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Quello che vediamo oggi a Piazza del Gesù con la chiesa e gli edifici intorno non era quello che vide e visse Sant' Ignazio nei sui anni romani. Sempre grazie alla guida di Padre Antonio Maria De Aldama proviamo a rivivere quei giorni con Ignazio.
Quando nel 1542 Ignazio divenne parroco della chiesetta di Santa Maria della Strada l'edificio era cadente. La chiesetta era dove oggi è la parte destra della chiesa del Gesù. Nel 1544 dopo la delibera sulla povertà della Compagnia che non poteva avere rendite fisse, le rendite della parrocchia passarono alla basilica di San Marco, lasciando ai fedeli la libertà di continuare a ricevere i sacramenti nella chiesa dei padri gesuiti, gratuitamente. Fu qui che nel 1549 Pietro Canisio fece la professione sentendo che ai professi della Compagnia era destinato lo Spirito Santo come agli apostoli nella Pentecoste: "Per questo
credo che mi sia stato detto più di una volta:' Ecco, io vi mando in mezzo ai lupi. Andate, predicate il Vangelo a tutte le creature' " scrive nelle Confessioni.
E' in questa chiesetta che Ignazio iniziò a insegnare catechismo. L'allora quattordicenne Pietro Ribadeneira, gli disse che parlava male l'italiano, e allora chiese a lui di correggerlo. Ma era un gran fatica perché 'bisognava correggere tutto il modo di parlare, perché o le parole che usava o la struttura
della frase o la pronuncia erano spagnole". Il giovane ricorda ad esempio che Ignazio diceva:"Amare a Dios con toto el core, con toto el alma, con tota la voluntà". Ma lo diceva con il volto così acceso, da incendiare i cuori.