Città del Vaticano , lunedì, 18. luglio, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Porta del Popolo, il grande accesso antico alla città, il passaggio tra la campagna e i palazzi di Via del Corso tramite la piazza con l'obelisco. Di qui la domenica delle Palme del 1537, il 25 marzo i compagni di Ignazio entrarono a Roma venendo da Venezia.
C'era molta devozione verso la città eterna tanto che il padre Laínez volle entrare scalzo in ossequio ai tanti martiri, che avevano consacrato il suolo di Roma con il proprio sangue.
Il padre Ignazio con il padre Favre e il padre Laínez arrivarono qualche mese dopo.
Erano passati circa 25 anni da quando un agostiniano speciale era arrivato a Roma per andare al convento a pochi passi dalla Porta: si chiamava Martin Lutero. Guardando Roma da Monte Mario, avva esclamato: 'Salve, o santa Roma! '. Poi i suoi sentimenti cambiarono. Se Lutero era la Riforma, Ignazio era la Controriforma. E una rinnovata missione. Sempre attraverso Porta del Popolo uscì, il 15 marzo 1540 san Francesco Saverio, in missione per il Portogallo e l'India.
Il 23 ottobre dell'Anno Santo 1550, entrò a Roma anche San Francesco Borgia. Aveva già pronunciato i voti anche si in forma privata, ma vestiva ancora l'abito ducale ed era accompagnato da un seguito di circa venti persone, oltre che da alcuni Padri e Fratelli della Compagnia. Il principe Colonna e l'ambasciatore di Spagna, insieme a molti altri gentiluomini inviati dal Papa e da cardinali per rappresentarli, uscirono incontro per riceverlo. Questa accoglienza regale era per rispetto ai suoi antenati: il duca di Gandia era pronipote del Papa Alessandro VI Borgia e del re Ferdinando di Spagna.