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La Roma di Sant'Ignazio, Porta del Popolo arrivi e partenze

La prima casa dove abitò Ignazio a Via San Sebastianello

Porta del Popolo verso la Via Flaminia |  | pd Porta del Popolo verso la Via Flaminia | | pd

Porta del Popolo, il grande accesso antico alla città, il passaggio tra la campagna e i palazzi di Via del Corso tramite la piazza con l'obelisco. Di qui la domenica delle Palme del 1537, il 25 marzo i compagni di Ignazio entrarono a Roma venendo da Venezia. 

C'era molta devozione verso la città eterna tanto che il padre Laínez volle entrare scalzo in ossequio ai tanti martiri, che avevano consacrato il suolo di Roma con il proprio sangue.

Il padre Ignazio con il padre Favre e il padre Laínez arrivarono qualche mese dopo. 

Erano passati circa 25 anni da quando un agostiniano speciale era arrivato a Roma per andare al convento a pochi passi dalla Porta: si chiamava Martin Lutero. Guardando Roma da Monte Mario, avva esclamato: 'Salve, o santa Roma! '. Poi i suoi sentimenti cambiarono. Se Lutero era la Riforma, Ignazio era la Controriforma. E una rinnovata missione. Sempre attraverso Porta del Popolo uscì, il 15 marzo 1540 san Francesco Saverio,  in missione per il Portogallo e l'India.

Il 23 ottobre dell'Anno Santo 1550, entrò a Roma anche San Francesco Borgia. Aveva già pronunciato i voti  anche si in forma privata, ma vestiva ancora l'abito ducale ed era accompagnato da un seguito di circa venti persone, oltre che da alcuni Padri e Fratelli della Compagnia. Il principe Colonna e l'ambasciatore di Spagna, insieme a molti altri gentiluomini inviati dal Papa e da cardinali per rappresentarli, uscirono incontro per riceverlo. Questa accoglienza regale era per rispetto ai suoi antenati: il duca di Gandia era pronipote del Papa Alessandro VI Borgia e del re Ferdinando di Spagna.

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Poco oltre la porta a Via di San Sebastianello c'è la Casa dei Resurrezionisti , costruita sopra la casa di campagna di Quirino Garzoni, la prima casa in cui abito Ignazio a Roma.

Il santo ci visse con Pietro Favre e Diego Laínez  tra il novembre 1537 e  aprile 1538 e poi con gli altri compagni. Nell'edificio attuale sono dell'epoca il piano inferiore e la grotta che si trova nel cortile d'ingresso, a destra, sopra la quale si vede ancora lo stemma dei Garzoni: un'aquila nera sopra una rosa rossa.

Ogni giorno Ignazio usciva per dare gli Esercizi spirituali contemporaneamente a vari esercitanti, in tante parti della città.

Fu in questo periodo che Agostino Mainardi, un predicatore agostiniano che in seguito abbandonò il suo Ordine e fondò una chiesa protestante, scatenò una persecuzione contro i gesuiti , accusandoli di essere luterani travestiti e di essere stati processati in Spagna, a Parigi e a Venezia per le loro eresie. Qualche candidato abbandonò la vocazione. Addirittura il cardinale de Cupis consigliò a Quirino Garzoni di sfrattare i Padri dalla sua casa, e Garzoni incaricò il giardiniere di sorvegliarli. Ma l'uomo riferì che erano uomini santi; che, anche se venivano forniti loro dei letti, dormivano sempre per terra sopra stuoie; che, quando ricevevano viveri, li distribuivano ai poveri.

Nel 1609 il figlio di Quirino Garzoni vendette la casa e il podere al Collegio Romano, che lo ebbe in possesso fino al secolo XVIII.