Padova , lunedì, 4. luglio, 2022 12:30 (ACI Stampa).
Giovedì 9 giugno alla basilica di Sant’Antonio da Padova è stato presentato il volume di fra Vincenzo Battaglia ‘E’ il Signore (Gv 21,7): invito ad un’esperienza cristologica’: il titolo “riporta le ultime parole pronunciate dal discepolo che Gesù amava: le ha rivolte a Pietro, dopo la pesca miracolosa che ha segnato l’ultima manifestazione di Gesù Risorto, avvenuta sulla sponda del mare di Tiberiade (Gv 21,1-23). Queste parole sono una confessione di fede e un invito a immergersi nelle misteriose profondità di Gesù contenute e custodite nel Nuovo Testamento, con al centro i Vangeli”.
Vincenzo Battaglia, frate minore e presbitero, insegna da oltre 40 anni nella Facoltà di Teologia e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Pontificia Università Antonianum, dove ha ricoperto anche gli incarichi di Vice Rettore e di Decano della Facoltà di Teologia. E’ specialista nell’ambito degli studi di cristologia. Dal 2002 al 2017 è stato Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Il 20 dicembre 2021 è stato nominato professore emerito.
All’autore abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui ha dedicato questo libro a p. Emidio Alessandrini: “Ho conosciuto padre Emidio quando è entrato a far parte della comunità del Collegio Internazionale Sant’Antonio in Roma. Nel corso degli anni abbiamo instaurato un rapporto fraterno molto intenso, fatto di reciproca stima, confidenza, confronto culturale e dialogo spirituale. Padre Emidio apprezzava il mio modo di fare teologia, di pensare e insegnare la fede sul mistero di Gesù Cristo, di scrivere, per cui sono convinto che avrebbe approvato il percorso formativo che ho proposto in questo libro. La dedica è stata la modalità più affettuosa per ricordarlo e farlo ricordare”.
Per quale motivo è un invito ad un’esperienza cristologica?
“Il titolo riporta le ultime parole pronunciate dal discepolo che Gesù amava: le ha rivolte a Pietro, dopo la pesca miracolosa che ha segnato l’ultima apparizione di Gesù Risorto avvenuta presso il mare di Tiberiade. Queste parole sono una confessione di fede e, al contempo, una proposta ad entrare sempre più in “con-tatto” con il Signore Gesù, a progredire nella conoscenza sperimentale di Lui, attingendo alla fonte perennemente viva della Sacra Scrittura, soprattutto dei Vangeli”.