Roma , venerdì, 1. luglio, 2022 16:00 (ACI Stampa).
In principio c’è l’Anticristo, la cui presenza sulla terra è strettament intrecciata alla storia della salvezza. L’Anticristo agisce costantemente per instaurare il suo dominio e a volte sembra perfino trionfare, ma, è scritto, "le porte degli inferi non prevarranno". Un topos anche per moltissima letteratura, in ogni tempo e in ogni cultura. Poi, agli inizi del Novecento, un capolavoro assoluto spalanca alla narrativa altri territori: quelli della distopia, a volte confusi o paralleli a quelli del fantasy e della fantascienza.
Il capolavoro è "I Tre Dialoghi e il racconto dell’Anticristo" di Vladimir Soloviev, in cui appaiono le tracce inquietanti del futuro che verrà. Al centro dei romanzi che si ispireranno al grande pensatore e scrittore russo e che svilupperanno il particolare genere dispotico cristiano e in particolare cattolico, ci sono le sorti della Chiesa e del papato.
Succede nella trama del long seller Il padrone del mondo di Robert H. Benson, opera spesso citata dai pontefici, in particolare da papa Francesco, e in un romanzo meno famoso di Gustave Thibon, il filosofo-contadino francese, Vous serez comme dieux, una tragedia contro l’onnipotenza della tecnica.
Una lettura interessante e adatta a queste prime torride settimane estive, perché si tratta di romanzi piacevoli ma certo non banali, lontani anni luce dal conformismo intellettuale contemporaneo e ricchi di immaginazione. Le edizioni Fede e Cultura ripropongono i due romanzi di Benson Il padrone del mondo e L’alba di tutto. La stessa casa editrice propone un’altra opera di Thibon, "Diagnosi, un saggio filosofico, sociale in cui con una grande lucidità già nell’anno della prima pubblicazione, il 1942, prevede gli errori e gli orrori che si preparano per il mondo. contemporaneo: dal liberalismo assoluto (una mostruosità) alla "febbre egualitaria" al "vuoto interiore", ai danni provocati dal marxismo e dal freudismo. Il che porta inevitabilmente al conflitto con Dio e degli uni contro gli altri. Con una sola via di salvezza: "il riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell’amore".
L’analisi della realtà, su questa falsariga, ha prodotto molte opere, dalle caratteristiche molteplici, ma dalla stessa radice e dalla medesima angosciosa preoccupazione per un mondo alla deriva. Da segnalare i romanzi fantapolitici dedicati espressamente ai papi, come Adriano VII di Frederick William Rolfe, noto come nom de plume di Baron Corvo, nel quale il papato è dipinto con grande sarcasmo.
L’Hote du Pape di Vladimir Volkoff presenta come protagonisti papa Luciani e Andropov e che prende spunto da un evento realmente accaduto, la morte improvvisa del metropolita di Leningrado Nikodim mentre era in udienza da Giovanni Paolo I, il 5 settembre 1978.
Sul solco tracciato da Benson si è inserito Michel O’Brien: il suo romanzo "Il nemico" ha avuto una vasta eco qualche anno fa. Al centro del racconto frate Elia, carmelitano, ebreo convertito ed ex uomo politico molto potente, riceve un mandato straordinario dal Vaticano: infiltrarsi nella setta segreta che fa capo al Presidente d’Europa e impedire la sua trasformazione nell’Anticristo, in un mondo sempre più ostile verso la Chiesa e pervaso dalla violenza, sull’orlo della fine.
Qualche mese fa in Francia è uscito un saggio che ha fatto molto rumore - non da noi, nel nostro addormentato e addomesticato agone culturale -dal titolo La divine bibliothèque di Juan Manuel de Prada, pubblicato dalle edizioni Magnificat (pagine 194, euro 14,90). Lo scrittore spagnolo, autore di romanzi di grande successo anche in Italia, ha voluto presentare una vera e propria «introduzione alle grandi opere della letteratura cristiana», come recita il sottotitolo dell’edizione francese. Che riproduce 26 riletture di scrittori, in alcuni casi anche teologi, noti e meno noti in realtà, almeno al pubblico italiano. Rivive così la grande stagione della letteratura cattolica del ’900, di stampo soprattutto francese ed anglosassone, che ha avuto Oltralpe fra i suoi massimi rappresentanti Bloy, Mauriac e Bernanos, mentre in Inghilterra Benson, Chesterton, Lewis, Waugh e Graham Greene. Senza dimenticare l’americana Flannery O’Connor. E i romanzi distopici.