Città del Vaticano , martedì, 28. giugno, 2022 15:00 (ACI Stampa).
Da questa domenica, e per una volta al mese, sarà distribuito in piazza San Pietro L’Osservatore di Strada, la versione “di strada” dell’Osservatore Romano. Un giornale pensato, spiega Andrea Tornielli, direttore editoriale del dicastero della comunicazione, “con i senzatetto e con i poveri”.
L’esperienza è sicuramente nuova per il giornale della Santa Sede, ma si va ad inserire in quella rete di giornali di strada da sempre presenti sul nostro territorio. Lo stesso Papa Francesco lo ha valorizzato dando una intervista a Scarp’ de Tenis, mensile di strada di Milano, alla vigilia del suo viaggio nel capoluogo meneghino del 2017.
L’Osservatore di Strada viene finanziato da benefattori, che si prendono anche i costi della stampa, e arricchito da lavoro volontario di coloro che già lavorano nel dicastero della comunicazione. L’intento è quello di dare voce alle persone che sono sulla strada, che saranno chiamate a scrivere anche se il loro italiano è incerto, o le capacità espressive minime, perché dare quelle capacità sarà proprio compito del team del dicastero della Comunicazione.
Un impegno che fa esclamare ad Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano: “È stato un bel lavoro di squadra”. Per Monda, L’Osservatore di Strada è “un mensile in qualche modo rivoluzionario, innovativo. Se i media vaticani devono comunicare la voce della Chiesa, la voce del Papa, dobbiamo offrire le chiavi di lettura di questo pontificato e di questo tempo, che camminano insieme”.
A coordinare L’Osservatore Di Strada è stato chiamato Piero Di Domicantonio, esperienza lunghissima nel giornale del Papa, che spesso ha affrontato nei suoi articoli il tema degli ultimi. Questi ha raccontato che l’idea è nata prima della pandemia, mentre veniva portata a termine la riforma dei media della Santa Sede, e che per svilupparla ha parlato con varie realtà romane che si occupano appunto delle persone di strada, da Sant’Egidio alla Caritas, dai Vincenziani al Centro Astalli, fino al Circolo di San Pietro. Con loro, ha detto, abbiamo ragionato “come questo sogno potesse essere utile non solo per chi vive l’esperienza della povertà, ma anche a livello ecclesiale”.