Città del Vaticano , domenica, 26. giugno, 2022 12:14 (ACI Stampa).
“Gesù sa che a Gerusalemme lo attendono il rifiuto e la morte; sa che dovrà soffrire molto; e ciò esige una ferma decisione. È la stessa che dobbiamo prendere anche noi, se vogliamo essere discepoli di Gesù, sul serio non cristiani all’acqua di rose”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo l’Angelus domenicale.
Gesù – ricorda Francesco – è venuto a portare un fuoco che “è l’Amore misericordioso del Padre e per farlo crescere ci vuole costanza e spirito penitenziale”. Non dobbiamo come i discepoli cedere alla rabbia, arrivando a tentare “perfino di coinvolgere Dio stesso, minacciando castighi celesti. Gesù invece percorre un’altra via, quella della ferma decisione, che, lungi dal tradursi in durezza, implica calma, pazienza, longanimità, senza tuttavia allentare l’impegno nel fare il bene. Questo modo di essere non denota debolezza, ma, al contrario, una grande forza interiore”.
“Lasciarsi prendere dalla rabbia nelle contrarietà – prosegue il Papa - è facile, è istintivo. Ciò che è difficile invece è dominarsi. Questo vuol dire che, quando troviamo delle chiusure, dobbiamo volgerci a fare il bene altrove, senza recriminazioni. Così Gesù ci aiuta a essere persone serene, contente del bene compiuto e che non cercano le approvazioni umane”.
“Dobbiamo fare il bene per il servizio e non per gli applausi. Chiediamo a Gesù – conclude il Pontefice - la forza di essere come Lui, di seguirlo con ferma decisione in questa strada di servizio. Di non essere vendicativi e intolleranti quando si presentano difficoltà, quando ci spendiamo per il bene e gli altri non lo capiscono o ci squalificano. Silenzio e avanti!”.
“Seguo con preoccupazione – ha detto il Papa dopo la recita della preghiera mariana – la situazione in Ecuador, sono vicino al popolo e incoraggio a lasciare la violenza e le posizioni estreme, solo col dialogo si potrà trovare spero presto alla la pace sociale, sempre rispettando i diritti di tutti e le istituzioni”.