Roma , sabato, 25. giugno, 2022 10:00 (ACI Stampa).
Da mercoledì scorso i giovani delle ultime classi delle superiori sono alle prese con gli esami di maturità. Un momento bello ma anche di apprensione per studenti e famiglia. La prima prova, quella di italiano, ha dato la possibilità ai giovani di confrontarsi su una poesia delle Myricae di Giovanni Pascoli "La via ferrata" e per l'analisi di un testo argomentativo su "La sola colpa di essere nati" di Gherardo Colombo e Liliana Segre.
Ma anche una novella di Giovanni Verga "Nedda, Bozzetto siciliano". E ancora "Tienilo acceso: posta commenta condividi senza spegnere il cervello" sull'iperconnessione che richiede una riflessione a partire da un testo di Vera Cheno e Bruno Mastroianni. E altri testi. Prima di questi giorni intensi sono stati molti i vescovi italiani che hanno voluto essere vicini questi giovani speranzosi ma anche preoccupati.
“Dopo due anni indubbiamente difficili, credo che questi esami siano una prova che ci aiuta a misurare la nostra capacità di superare le difficoltà. Purtroppo, talvolta abbiamo vissuto una caricatura della vita per cui tutto debba andare sempre bene, ma poi ci siamo accorti che non è così. Avete dovuto affrontare tanto isolamento e tanta distanza. E gli esami ci aiutano ad affrontarle, le prove. A non evitarle, a non cercare la furbata, a prepararsi e soprattutto a guardare il futuro, nel quale crediamo tanto. Prepariamolo”, ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, in una intervista al sito fanpage.it, aggiungendo che “c'è in generale, o ci dovrebbe essere, un piano di ricostruzione, poi c'è quello personale di ognuno di noi: scommetteteci, portatelo avanti e aiutate a rendere migliore questo mondo che, come si vede, di pandemie ce ne ha parecchie e ha tanto bisogno di persone che aiutano il bene di tutti con la propria competenza e con il proprio servizio”.
“Il mio auspicio è quello che, uscendo dalle scuole superiori, voi giovani possiate sforzarvi, in ogni ambito in cui deciderete di impegnarvi, a partecipare attivamente alla vita pubblica, a dare il vostro contributo per rendere la nostra società più bella e giusta, a portare novità e idee che profumino del vostro entusiasmo”, ha detto loro il vescovo di Ragusa, Giuseppe La Placa, in un messaggio di auguri. Nella diocesi siciliana due celebrazioni eucaristiche con i maturandi. Gli ultimi anni – ha scritto il vescovo – sono stati anni “difficili: praticamente avete vissuto il triennio tra chiusure e dad a intermittenza, penalizzati gravemente nelle relazioni e nella didattica. Tuttavia in quest’ultimo anno si è riusciti a condurre l’attività scolastica nel migliore dei modi possibili, nonostante il permanere della pandemia e, sicuramente, i vostri insegnanti vi hanno preparato al meglio a questo importante appuntamento”.
“Un traguardo, quello che ora vi è posto innanzi– spiega il vescovo di Castellaneta, Sabino Iannuzi - che segnerà una svolta decisiva e vi spalancherà le porte al gusto bello e vero della vita: lasciando, così, maturare la possibilità che i sogni assumano sempre più le sembianze della concretezza, con lo sforzo di tradursi in nuovi, emozionanti e, vi auguro, gioiosi itinerari di vita. È l’avvio di un futuro posto nel vostro cuore, nella vostra intelligenza e nelle vostre mani: semplicemente nella vostra ‘maturità’”. L’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia ha voluto celebrare una liturgia con i giovani maturandi ai quali ha detto che l’esame di maturità “non è un semplice test, né occasione per saggiare semplicemente delle competenze, bensì momento che dona compimento ad un percorso di studi che saprà consegnarvi al mondo come la speranza del domani”.