Città del Vaticano , giovedì, 23. giugno, 2022 13:30 (ACI Stampa).
L’ecumenismo per Papa Francesco deve essere “battesimale, pastorale e locale”. Lo spiega ai membri della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali, che è alla vigilia della pubblicazione di un documento sui sacramenti e si è riunita di nuovo dopo l’incontro online dello scorso anno.
Istituita nel 2003, la Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese ortodosse ha già pubblicato due documenti, il primo nel 2009 su “Natura, Costituzione e Missione della Chiesa”, il secondo nel 2015 su “L'esercizio della comunione nella vita della Chiesa primitiva e le sue ripercussioni sulla nostra ricerca di comunione oggi”, ed è ora, come detto, allo studio un documento sui sacramenti.
Papa Francesco nota che questo documento “dimostra l’esistenza di un ampio consenso e che, con l’aiuto di Dio, potrà segnare un nuovo passo in avanti verso la piena comunione”.
Papa Francesco poi delinea la sua riflessione sui tre punti importanti per l’ecumenismo. Il primo è che l’ecumenismo è battesimale, perché “è nel Battesimo che si trova il fondamento della comunione tra i cristiani e l’anelito verso la piena unità visibile”.
Quindi, l’ecumenismo è “pastorale”, e in fondo il grande consenso trovato sul Battesimo e sugli altri sacramenti “dovrebbe incoraggiarci ad approfondire un ecumenismo pastorale”. E così, “anche senza essere in piena comunione, sono già stati firmati accordi pastorali con alcune Chiese ortodosse orientali”, come la Dichiarazione congiunta firmata nel 1984 da Papa Giovanni Paolo II e dal Patriarca Mar Ignatius Zakka I Iwas della Chiesa siro-ortodossa d’Antiochia, che “in determinate circostanze autorizza i fedeli a ricevere i sacramenti della Penitenza, dell’Eucaristia e dell’Unzione degli infermi nell’una o nell’altra comunità”.