Gubbio , lunedì, 20. giugno, 2022 18:00 (ACI Stampa).
"Ricordare la figura di Federico da Montefeltro significa fare memoria non solo delle vicende storiche e artistiche del signore e mecenate rinascimentale, ma anche dei suoi legami con la Chiesa del tempo e del suo rapporto con il sacro". Così Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio ha presentato la mostra che fino al 2 ottobre celebra a Gubbio la nascita del Duca di Montefeltro avvenuta nel 1422 nella cittadina umbra. Palazzo Ducale, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano ospiteranno un’ampia esposizione di opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane e straniere, e da collezionisti privati.
"Certo- spiega il Vescovo - con i parametri del pensiero socio-politico e religioso di oggi e la doverosa distinzione tra poteri temporali e percorsi spirituali e di fede, la vita e le scelte del Duca ci appaiono come un intricato romanzo storico. In questo contesto, non sempre è facile mettere a fuoco le scelte di “governo” di Federico nei rapporti con Roma e il Papato, visto che fu pure scomunicato per un periodo, ponendole poi in relazione con la sua personale religiosità. Un interessante cammino di fede che il Duca ha iniziato fin da fanciullo e che - nel corso della sua vita - ha approfondito anche grazie ad amicizie come quella con i monaci camaldolesi di Fonte Avellana e con san Bernardino da Siena. Tra i campi toccati dal suo mecenatismo artistico e culturale, c’è anche quello dell’astrologia che aveva voluto “cristianizzare” nella sua corte. Di questo, in particolare, ci narra il percorso espositivo nel Polo museale diocesano di Gubbio".
"Lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra” è il titolo della grande mostra dedicata a “Federico da Montefeltro e Gubbio. Grande condottiero, capitano di ventura e uno dei principali mecenati del Rinascimento.
La mostra ripercorre i momenti gloriosi vissuti dalla città di Federico e del figlio Guidubaldo, l’ultimo dei Montefeltro, dalla nascita del duca nel 1422 alla morte di Guidubaldo nel 1508. C'' tutta la storia di Gubbio tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento.
Tra i donatori di opere per la esposizione anche la Biblioteca Apostolica Vaticana, che conserva l’intera biblioteca di Federico e dei suoi successori. In mostra sono esposti eccezionalmente quindici splendidi manoscritti (tra essi solo due facsimili), distribuiti fra le tre sedi della mostra.