Città del Vaticano , lunedì, 13. giugno, 2022 15:34 (ACI Stampa).
"Purtroppo, con grande dispiacere, ho dovuto rinviare il viaggio in Congo e in Sud Sudan. In effetti, alla mia età non è così semplice partire in missione! Ma le vostre preghiere e il vostro esempio mi danno coraggio, e sono fiducioso di poter visitare questi popoli, che porto nel cuore. La prossima domenica, cercherò di celebrare la Messa con la comunità congolese romana. Non la prossima, il 3 luglio, il giorno in cui avrei dovuto celebrare a Kinshasa. Porteremo Kinshasa a San Pietro, e lì celebreremo con tutti i congolesi romani, che sono tanti!" Così Papa Francesco ha aperto la udienza ai "Padri Bianchi " ricevuti oggi in occasione del Capitolo Generale.
Il Papa ha detto ai frati che "guardare al passato con gratitudine è segno di buona salute spirituale" un modo di dire grazie che diventa fiamma di speranza e "una comunità in cui si sa dire “grazie” a Dio e ai fratelli, e in cui ci si aiuta a vicenda a sperare nel Signore Risorto è una comunità che attira e sostiene coloro che sono chiamati. Dunque, avanti così: con gratitudine e speranza".
Il Papa ha ricordato gli insegnamenti del Cardinale Lavigerie che fondato la congregazione in un'Africa ormai molto cambiata: "l’apostolo di Gesù Cristo non è uno che fa proselitismo. Non ha niente a che vedere l’annuncio evangelico con il proselitismo. Se in qualche momento qualcuno di voi si trova a fare proselitismo, per favore si fermi, si converta e poi continui. L’annuncio è un’altra cosa. L’apostolo non è un manager, non è un dotto conferenziere, non è un “mago” dell’informatica, l’apostolo è testimone. Questo vale sempre e dappertutto nella Chiesa, ma vale specialmente per chi, come voi, è chiamato spesso a vivere la missione in contesti di prima evangelizzazione o di prevalente religione islamica".
Preghiera e fraternità quindi alla scuola di Charles de Foucauld, perché nonostante un differente carisma "ha molto da dire anche a voi, come a tutti i cristiani del nostro tempo".
Il Papa ha parlato anche di profezia che per Francesco è comunitaria perché "è la comunità che dà testimonianza profetica", una comunità "chiamata a sua volta a dialogare con l’ambiente in cui vive, con la gente, con la cultura locale" e "voi siete inviati a vivere la dolce gioia di evangelizzare". Infine l'affidamento alla "Madonna, nostra Signora d’Africa".