Patrick Muyaya, portavoce del governo, ha sottolineato che “dopo il lavoro realizzato da esperti del governo e quelli della Conferenza Episcopale del Congo, durante i quali sono stati analizzati quattro accordi specifici riguardo il servizio della Chiesa nella sanità e nell’assistenza medica, l’attività pastorale della Chiesa Cattolica in favore degli orfani, degli anziani e dei disabili, e l’attività pastorale della Chiesa nei penitenziari.
L’accordo sottolinea l’autonomia e l’indipendenza di Chiesa e Stato e stabilisce le il quadro giuridico delle mutue relazioni. Ora è stato adottato un progetto di decreto recante modalità e misure di applicazione dell’accordo.
FOCUS UCRAINA
Guerra in Ucraina, il nunzio Kulbokas sul Papa
Fino ad ora, Papa Francesco ha fatto più di 50 riferimenti alla guerra in Ucraina. È stato in visita all’ambasciata russa presso la Santa Sede, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente ucraino Zelensky, ha inviato i Cardinali Michale Czerny e Kondrak Krajewski a portare i suoi aiuti, e ha anche autorizzato una missione dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri vaticano, a Kiev.
Tuttavia, alcune dichiarazioni del Papa hanno portato a pensare che fosse filorusso. Il nunzio a Kyiv Visvaldas Kulbokas, in una intervista a La Nacion, spiega che non è così.
“L’aspetto più importante – racconta – è che il Papa è una figura molto visibile a livello mondiale, una autorittà morale, è il massimo pastore della Chiesa. Non è un politico. Cominciare ad accusarlo non solo impedisce che si aprano canali di dialogo, ma anche che diminuiscano la possibilità di soluzioni di tipo umanitario o diplomatico”.
FOCUS ASIA
Nel prossimo concistoro non ci sono cardinali cinesi. Ragioni diplomatiche?
Il Cardinale Joseph Zen Zekiun è stato vescovo di Hong Kong. E, al momento, l’ultimo vescovo di Hong Kong ad essere creato cardinale. Si pensava, con un ragionamento più geopolitico che pontificio, che il Papa potesse anche premiare con la berretta rossa un vescovo cinese. Così non è stato.
Per Stanislav Stremidlovskij, analista di geopolitica, esperto in materia religiosa, in un recente articolo per "Regnum" (Geopolitica del Vaticano: perché la Mongolia è stata insignita della creazione di un suo cardinale?) ha sottolineato che probabilmente l’accordo tra Cina e Santa Sede prevedeva che il Papa si astenesse dal creare cardinali cinesi.
Tuttavia, dice ancora Sttremidlovskij, la scelta del vescovo Giorgio Marengo come nuovo porporato porta con sé dei segnali di tipo geopolitico, perché è attraverso di lui che potrebbe avvenire il dialogo con la Cina.
FOCUS LIBERTÀ RELIGIOSA
Libertà religiosa
Il rapporto 2021 sulla libertà religiosa del Dipartimento di Stato degli Stati Unii è stato pubblicato il 2giugno. Il rapporto copre circa 200 nazioni, e lo ha presentato il Segretario di Stato USA Antony Blinken.
Non che le cose siano cambiate particolarmente. Il rapporto denuncia la situazione degli uiguri in Cina, il fatto che in Arabia Saudita sia illegale la pratica di qualunque fede oltre l’Islam, le leggi sulla blasfemia del Pakistan e il fatto che in Eritrea i membri di minoranze religiose sono arrestati e rilasciati solo se rinunciano alla loro fede.
Blinken ha sottolineato che “il rispetto per la libertà religiosa non è solo uno dei valori più profondi e un diritto fondamentale, ma è anche, dalla mia prospettiva, una vitale priorità di politica estera”.
Cina, Arabia Saudita, Pakistan ed Eritrea sono state tutte segnalate come “nazione di particolare preoccupazione” nell’ultimo rapporto USCIRF, mentre altre quattro nazioni (Algeria, Comore, Cuba e Nicaragua) sono entrate a far parte di una speciale lista di osservazione.
Colpisce che nel rapporto USA non si citi ai primi posti la Nigeria, dove è in atto una vera e propria guerra religiosa che è sfociata nella strage di Pentecoste. La Nigeria è stata nominata solo nel rapporto 2020, la Nigeria è scomparsa dal rapporto 2021, non venendo nemmeno menzionata come nazione nella speciale lista di osservazione.
Durante la presentazione del 2 giugno, Blinken ha anche notato che le condizioni della libertà religiosa in Afghanistan sono peggiorate sotto il governo talebano, mentre l’ISIS locale prende di mira minoranze religiose, specialmente gli sciiti hazara.
Blinken ha anche citato India e Vietnam come nazioni in cui la libertà religiosa è sotto attacco, e ha pure menzionato la Nigeria, ma solo per le leggi anti-blasfemia. Rashad Hussain, musulmano, ambassador-at-large USA per la libertà religiosa internazionale, ha deto che i cristiani sono minacciati in Nigeria.
Hussain ha idenificato tre temi del rapporto. Il primo: troppi governi abusano del loro stesso popolo. Il secondo: l’intolleranza sociale si sta tramutando in un accresciuto antisemitismo, odio anti islamico e xenofobia. Terzo: ci sono potenti segni di collaborazione sulla libertà religiosa, tra governi, società civile e leader religiosi – tra gli esempi, la dichiarazione di Marrakech del 2016.
Tra le buone pratiche citate: il fatto che il Marocco includa la storia ebraica nel suo curriculum scolastico, Taiwan facilita la ricerca di responsabilità in caso di rifiuto di permessi per ragioni di culto, il nuovo presidente di Timor Est si è impegnato a difendere i diritti delle minoranze religiose nel Paese, e l’Iraq ha fatto un gran lavoro nell’accoglienza di Papa Francesco per la sua visita del 2021.
FOCUS SEGRETERIA DI STATO
Parolin – Blinken, contatto su Venezuela, Ucraina
Lo scorso 6 giugno, il Cardinale Piero Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha avuto una conversazione telefonica con il Segretario di Stato USA Antony Blinken. Ne dà notizia Ned Price, portavoce di Blinken.
Secondo il comunicato, i due “hanno discusso del Venezuela e dell’importanza delle negoziazioni tra il regime e la Piattaforma Unitaria come il miglior percorso verso la risoluzione della crisi”, e anche “le continue conseguenze globali della brutale invasione russa dell’Ucraina, inclusi i modi di affrontare la crisi alimentare globale” affermando allo stesso tempo il loro impegno “a supportare quelli che soffrono per i terribili effetti” della situazione. Parolin e Blinken hanno discusso anche “la cooperazione bilaterale su altre questioni globali di comune preoccupazione”.