Città del Vaticano , domenica, 5. giugno, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco invia un videomessaggio in occasione della Veglia ecumenica di Pentecoste organizzata da CHARIS, il Servizio Internazionale di Rinnovamento Carismatico Cattolico.
“Questa notte, nel mondo, tutti noi cristiani siamo uniti in preghiera, aspettando la promessa del Padre, la venuta dello Spirito Santo. Lo aspettiamo perché non è venuto, perché non c’è? No, c’era già al momento della Creazione ed è in tutti noi attraverso il Battesimo che abbiamo ricevuto. Ogni anno, nella veglia di Pentecoste, vogliamo avere la stessa esperienza vissuta e certa della sua presenza in noi, nelle nostre vite, nelle nostre comunità”, dice il Papa nel videomessaggio.
“La realtà di oggi nel mondo è segnata dalla malattia, la pandemia che si è portata via milioni di persone in tutto il mondo, e con essa il dolore, la sofferenza, l’assenza – continua il Papa nel videomessaggio a CHARIS - E anche in tante parti del mondo la fame e popoli interi costretti all’esilio. E la guerra, guerra tra fratelli, guerra tra cristiani, come nel caso, in questo momento, della invasione dell’Ucraina. Sono un esempio di questa guerra in tutto il mondo anche la situazione nello Yemen, il martirio del popolo Rohingya e la particolare situazione del Libano, tra gli altri... guerra!”.
“Di fronte a questo mondo dilaniato e anche timoroso del futuro incerto sorge questa notte la presenza luminosa dello Spirito Santo, che ci dà le forze, che ci dà il coraggio e la determinazione per lavorare instancabilmente per la pace che solo Lui può dare. La pace inizia nelle famiglie, nei rapporti interpersonali, interraziali, nei rapporti tra cristiani e con membri di altre religioni. La pace comincia nell’amore per il nemico, per chi non la pensa come me... Soli non possiamo. Con lo Spirito Santo sì possiamo”, ne è certo il Papa.
“Domani, con il potere dello Spirito Santo, cerchiamo quella persona che ci ha feriti, che non amiamo per diversi motivi, forse dentro la nostra stessa famiglia, e chiediamo perdono, o perdoniamo e abbracciamo. Così inizia la pace. Poco a poco, uno più uno. La cultura della pace, che dobbiamo diffondere, comincia così. I Capi di Stato lavoreranno o meno per la pace e saranno giudicati dalla storia”, dice il Pontefice.