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Il cardinale Sandri in Romania, fino al confine con l’Ucraina

Prosegue il viaggio del prefetto della Congregazione delle Chiese Orienali in Romania. Ieri, tappa a Sighet, a pochi chilometri dal confine, per poi entrare brevemente dal'altra parte del confine e portare il saluto del Papa

Cardinale Sandri in Romania | Uno degli incontri del Cardinale Sandri a Sighet, in Romania | Congregazione delle Chiese Orientali Cardinale Sandri in Romania | Uno degli incontri del Cardinale Sandri a Sighet, in Romania | Congregazione delle Chiese Orientali

A cento giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina, i rifugiati continuano ad arrivare copiosi in Romania, e l’aiuto umanitario delle organizzazioni legate alla Chiesa è sempre presente. Nel secondo giorno della sua visita in Ucraina, dunque, il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, è andato a Sighet, a pochi chilometri dal confine, a portare il sostegno del Papa.

La delegazione del Cardinale Sandri è stata accolta in quella che fino al febbraio scorso era una Casa di spiritualità ed esercizi spirituali gestita dalla Congregazione della Madre di Dio, e l’intero pomeriggio e serata sono stati dedicati all’incontro con le diverse realtà di accoglienza dei rifugiati ucraini.

Il Cardinale ha prima di tutto visitato il confine, ispezionato le attività, ringraziato le autorità della Romania per quanto hanno fatto fino ad ora per l’accoglienza dei fratelli e delle sorelle provenienti dall’Ucraina, ricordato che il lavoro è stato possibile grazie alla sinergia di enti di diverso genere, sia laici, sia organizzazioni di tipo religioso. “Grazie – ha detto il cardinale ai media locali - perché noi che siamo cristiani come voi siamo scossi da questa vostra testimonianza di carità e noi facciamo tante cose ma siamo lontani quindi voi che siete qui siete la mano di carità del Papa come Chiesa greco-cattolica e latina verso questi fratelli che soffrono”. e ha aggiunto: “Voi con l’amore coprite l’orrore della guerra!”.

La delegazione vaticana ha potuto visitare i padiglioni allestiti per la registrazione dei rifugiati, dialogando con i volontari ed ascoltando le loro esperienze. Ora il flusso si è assestato e rallentato, ma ha raggiunto anche le punte di 1600-2500 persone al giorno.

Ai rifugiati vengono anche garantiti servizi di trasporto verso diverse destinazioni, in Romania e nel resto dell’Europa, tramite autobus gratuiti o ticket ferroviari, menrte avvocati e magistrati si sono attivati per garantire informazione ed assistenza legale ai rifugiati, informandoli sulle normative del Paese e dell’Europa, e garantendo in modo particolare ai minori una tutela particolare.

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Il Cardinale Sandri ha recato un primo donativo a nome di Papa Francesco, con generi di prima necessità e acqua, che cominciavano a scarseggiare. Quindi, il Cardinale e la sua delegazione hanno attraversato il ponte di legno sul fiume Iza e sono entrati nel territorio ucraino, incontrando persone che fuoriescono e altre che rientrano a piedi dopo aver preso qualche genere di prima necessità al centro assistenza dei rifugiati.

In Ucraina, il Cardinale è andato fino alla cittadina di Solotvino, dove ha parlato con le autorità, affrontando in particolare il tema degli sfollati interni. È un tema pressante, perché in una regione con una popolazione di 1 milione di persone, ne sono giunte altre 400.000.

Molti sono rientrati verso le loro case, ma quelli di Odessa, del Donbass, di Kramatorsk o Lugansk sono invece ancora sul territorio e bisognosi di assistenza. Tra gli ospiti, una famiglia di Bucha, tristemente nota per la scoperta delle fosse comuni, che ha avuto il padre morto fucilato, che è stata ospitata ed è tuttora in una delle case parrocchiali.

Tornata in territorio romeno, la delegazione si è fermata in preghiera nel “cimitero dei poveri”, che raccoglie le fosse comuni dei prigionieri morti nel carcere politico del regime a Sighet, dove si trovano anche tre dei sette vescovi greco-cattolici beatificati da Papa Francesco a Blaj il 2 giugno 2019.

Al termine della giornata, il Cardinale Sandri è stato alla Casa di Spiritualità delle Suore della Madre di Dio trasformata da mesi in casa di accoglienza per i rifugiati ucraini, più di quaranta, soprattutto donne con bambini e ragazzi. Il Cardinale è stato da loro accolto nel cortile, e ha portato loro una donazione da parte del Santo Padre con generi di prima necessità per il sostentamento quotidiano.

Prima delle preghiera della cappella in romeno e ucraino, una giovane donna ha portato una prima testimonianza, raccontando il suo cammino insieme alla sorella e alla piccola nipote (che nel frattempo restava abbracciata stretta alla zia) da Odessa, ai primi segnali del conflitto e ai bombardamenti, attraversando l’Ucraina giungendo ad Ivano-Frankivsk sperando in un luogo sicuro. Ma quando i lanci di missili hanno colpito anche quella zona, la decisione di varcare il confine e spostarsi in Romania.

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Durante la cena, invece, la Superiora locale, che ha raccontato di come una casa che fino al 12 febbraio ospitava uno studentato in un’ala e la residenza per esercizi spirituali nell’altra si sia rapidamente trasformata in un luogo di accoglienza di centinaia di rifugiati, dapprima di passaggio e poi ivi residenti da qualche mese.

Per aiutare sono arrivati diversi volontari, e anche i seminaristi di Cluj, Oradea e Blaj che si sono alternati per il servizio.

Il Cardinale Sandri ha detto, ringraziando tutti per le testimonianze, che in quella casa “vediamo nel concreto la pagina della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Moltiplicazione della carità che ha trasformato una casa di spiritualità in un focolare di amore fattivo e quotidiano, che dovrebbe essere l’esito di esercizi spirituali vissuti in autenticità. La moltiplicazione sperimentata dalle Suore nell’intuizione dell’accoglienza rinnovando con un colpo d’ala la fedeltà al carisma del fondatore, la moltiplicazione della gioia piena che Gesù è venuto a portare”.