Tolentino , venerdì, 3. giugno, 2022 14:00 (ACI Stampa).
La vicaria di Tolentino, parte della diocesi di Macerata, alcune settimane orsono ha invitato Franco Nembrini, autore di molti libri, in particolare su Dante Alighieri ed Alessandro Manzoni, e dal 2018 è membro del ‘Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita’ e dal 2020 è stato scelto come socio onorario e consultore dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani), a raccontare la bellezza come viaggio educativo:
“L’educazione è un atto di perdono. E’ un’ipotesi che forse, di primo acchito, ci può lasciare perplessi. Siamo abituati ad affascinanti percorsi educativi fondati sull’idea che la conoscenza sia una crescita, un’aggiunta, un approfondimento di competenze; ed è senz’altro vero, ma (diceva Chesterton) l’uomo vede le stelle solo se il cielo è sgombro di nuvole. Il perdono è simile al temporale che pulisce il cielo”.
“Per i nostri figli, - ha detto Nembrini, che vivono sotto 20 metri cubi di letame che accuratamente il giornalismo moderno ha a cuore di riversargli addosso da sera a mattina e da mattina a sera, e quindi hanno questo sentimento indicibile di schifo della vita, di tutto quello che hanno intorno e di se stessi, il loro cellulare, cioè il loro cuore che è giusto perchè glielo ha dato Dio ed è fatto bene, fa fatica a ricevere il segnale e a suonare. Il problema qual è? Mandare un segnale così potente da trapassare tutti i metri cubi e raggiungerli. Quando li raggiunge, si mette a suonare, lo sdraiato si sveglia e comincia a gustarsi la vita. Dobbiamo fare questo lavoro”.
Allora, perché la bellezza è un viaggio educativo?
“Perché tutti gli uomini e donne hanno bisogno della bellezza allo stesso modo, tantoché tutti la riconoscono dove c’è e per quello che è. E’ la cosa più impressionante della possibile distanza tra uomini di diverse epoche e latitudini, quando si scopre che invece li unisce il riconoscimento della bellezza. Li educa”.